Volantini e comunicati

È caduto un rivoluzionario, ne nasceranno altri cento!


Il 21 maggio scorso, nelle foreste di Abhujmad, nello Stato di Chhattisgrah, in India, il compagno Basavaraju (Nambala Keshava Rao), segretario generale del Partito Comunista dell’India (maoista) è caduto, assieme ad altri ventisei combattenti rivoluzionari, per mano delle forze del regime di Nuova Dehli. Le classi dominanti indiane stanno cantando vittoria, celebrando l’assassinio del “più pericoloso terrorista maoista” del paese, confermando così il valore di un eccezionale dirigente comunista, imprendibile da più di quarant’anni dalle forze reazionarie, rivoluzionario di prim’ordine nelle file del Partito, di cui divenne segretario generale nel 2018, caduto a settant’anni fianco a fianco a decine di altri eroici compagni.

L’operazione stragista che ha portato al martirio di Basavaraju è avvenuta nell’ambito della campagna Kagaar, lanciata dal governo Modi nel tentativo di annientare la guerra popolare guidata dal Pci (m) e condotta dall’Esercito Guerrigliero di Liberazione Popolare. Una campagna basata sul terrorismo di massa e supportata dalle forze dell’imperialismo statunitense e del sionismo “israeliano”. Si tratta di una nuova fase della guerra controinsurrezionale condotta dalle classi dominanti indiane, nel vano tentativo di pacificare il fronte interno. Ciò avviene mentre, sul fronte internazionale, esse dimostrano la loro natura guerrafondaia ed espansionista, scontrandosi militarmente, negli ultimi anni, prima con la Cina e recentemente con il Pakistan, allineandosi con gli Usa di Trump e collaborando a tutti i livelli con il regime genocida sionista. Un quadro reazionario nel quale si collocano anche gli interessi dell’imperialismo italiano, come dimostra la firma tra Modi e Meloni dell’accordo di collaborazione strategica per il quinquennio 2025-2029 e il progetto del corridoio Imec o “via del Cotone”, alternativo alla “via della Seta” cinese.

Porgiamo le nostre più sentite condoglianze ai compagni e alle masse popolari indiane, sicuri che dal sangue di Basavaraju la guerra popolare fiorirà ancora più forte, resistendo alla controrivoluzione fascista ed annientandola assieme al marcio regime di cui è espressione. Da parte nostra, continueremo a lottare per l’organizzazione e la causa rivoluzionaria qui nel nostro paese, puntando ad applicare creativamente il patrimonio del movimento comunista internazionale, con il grande contributo del maoismo indiano, della sua straordinaria storia e preziosa elaborazione politica, dalla rivolta di Naxalbari del 1967 ad oggi. Solo la lotta strenua di ogni reparto del movimento comunista contro il sistema imperialista e contro la propria sezione di borghesia dominante può ricostruire l’internazionalismo proletario.

Onore al compagno Basavaraju e a tutti i martiri della rivoluzione indiana!
Prendiamo esempio dai compagni indiani e dai reparti più avanzati del movimento comunista!
Pratichiamo l’internazionalismo lottando contro la nostra classe dominante!

Antitesi – Organizzazione Comunista