Volantini e comunicati

Un salto nel buio


Nelle prime ore di domenica 22 giugno gli imperialisti guerrafondai Usa hanno bombardato i tre siti nucleari iraniani con 12 bombe GBU-57, da 14 tonnellate l’una, sganciate da bombardieri strategici B2, e con 30 missili Cruise lanciati da sommergibili e navi da guerra.

L’intervento diretto Usa, dopo 9 giorni di guerra tra “Israele” e Iran, costituisce un salto di qualità nel conflitto e segna un nuovo tornante della spirale che sta trascinando il mondo nella catastrofe della terza guerra mondiale, con l’avvio di un nuovo grande fronte, oltre quello ucraino.

Quando l’entità sionista ha mostrato di non riuscire a raggiungere la vittoria rispetto agli obiettivi dichiarati, distruzione del nucleare iraniano e cambio di regime a Teheran, gli imperialisti Usa hanno dovuto scendere in campo per scongiurare la sconfitta dei criminali sionisti, loro testa di ponte strategica in Medioriente.

La sconfitta di “Israele” è una condizione inaccettabile per gli imperialisti Usa e occidentali e per evitarla non si fanno riguardo a esasperare un’escalation che può trascinare l’intero Medioriente in un conflitto di scala regionale. Per questo, oltre a quelli Usa, anche gli imperialisti francesi e inglesi sono già scesi in campo collaborando operativamente alla scudo protettivo di “Israele”. Dopo aver continuato a fornire tutte le armi possibili ai criminali sionisti per la loro guerra di sterminio contro i palestinesi a Gaza e in Cisgiordania, per i ripetuti bombardamenti in Libano, Siria, Yemen e Iran, i principali gruppi imperialisti occidentali sono costretti a scendere direttamente in campo. Lo fanno contro i palestinesi, contro le masse arabe e contro il popolo iraniano. Lo fanno contro le formazioni emergenti di cui l’Iran costituisce un esempio, oltre che essere il principale fornitore di petrolio al competitore strategico rappresentato dalla Cina. Ma lo fanno anche contro le stesse masse popolari dei paesi imperialisti ampiamente contrarie alla guerra e al riarmo, consapevoli che i costi ricadono e ricadranno su di loro.

Per l’oligarchia finanziaria occidentale è una questione di vita o di morte. La crisi delle loro formazione avanzate si è aggravata, incombono i crolli finanziari, la guerra trumpiana dei dazi si è rivelata fallimentare, foriera di contraddizioni interne, e incapace di reimpostare un rapporto di forza strategico nei confronti delle formazioni concorrenti, Cina in primis.

La scelta fatta dalla borghesia imperialista occidentale, anche da quella del nostro paese, del keynesismo militare per fare fronte alla crisi strutturale con lo sviluppo dei complessi militarindustriali ha bisogno di guerre vittoriose. Solo con guerre vittoriose il valore prodotto in questi comparti può effettivamente realizzarsi, le sconfitte al contrario si traducono direttamente in un drammatico aggravamento della crisi. Per questo la classe criminale dell’oligarchia finanziaria occidentale è il vero fautore della guerra e il principale nemico delle classi, dei popoli oppressi e dell’intera umanità.

Al di là del pretesto del nucleare iraniano e del ventilato cambio di regime in Iran, il vero obiettivo della guerra è la distruzione dell’Iran come potenza industriale, come elemento di indebolimento dell’intero campo delle potenze emergenti. Su questo sono tutti d’accordo e nella guerra si ricostruisce la gerarchia imperialista Usa-Israele-Ue.
Non importa a questi criminali se questo vuol dire applicare una strategia di genocidi, devastazioni e caos che dalla Palestina può allargarsi a tutto il Medioriente, in una scala decisamente più grande di quanto fin qui accaduto dalla Somalia, alla Libia, all’Afghanistan, alla Siria, ecc.

Da parte nostra siamo risolutamente per la sconfitta del nostro imperialismo e del suo sistema di alleanze, dell’imperialismo Usa e del colonialismo sionista. Solo la sconfitta di questi guerrafondai porterà sollievo ai popoli e alle classi oppresse e rafforzerà la prospettiva della rivoluzione proletaria, unica e vera soluzione contro la putrefazione del sistema imperialista.
Alle classi e ai popoli oppressi spetta il compito di mobilitarsi e resistere contro la guerra imperialista. Ai comunisti quello di tracciare la via rivoluzionaria dell’abbattimento del sistema dello sfruttamento, dell’oppressione e della guerra.

Morte all’imperialismo – Libertà ai popoli!
Contro la guerra imperialista organizzarsi per la rivoluzione!

Antitesi – Organizzazione Comunista