Volantini e comunicati

Note a caldo sul corteo del 12 aprile

13 aprile 2025


Sabato una manifestazione importante ha attraversato Milano. Un corteo determinato e vivo che ha denunciato la rottura del cessate il fuoco da parte dell’entità sionista e la volontà di perpetuare il genocidio del popolo palestinese. Il corteo ha rivendicato, senza se e senza ma, l’unità del movimento di solidarietà con la Resistenza palestinese, riuscendo a legare la causa del popolo palestinese al generale piano di riarmo della borghesia imperialista occidentale e alla tendenza alla guerra.

La piazza di sabato ha inaugurato una primavera di lotta contro la guerra e al fianco dei popoli che resistono.

A Milano abbiamo anche visto l’inaugurazione del decreto legge sicurezza appena approvato e controfirmato da Mattarella. Una manovra che apre allo Stato di guerra che il governo italiano, come le altre formazioni occidentali, deve imporre per pacificare il fronte interno e prepararsi alla guerra su quello esterno.

Quella di sabato è stata la “prima” del nuovo modus operandi che ci aspetta nelle piazze. Gli sbirri si sono incuneati in mezzo alla manifestazione per prelevare compagni e compagne con una modalità che ricorda molto le piazze francesi, facendosi strada a suon di manganelli, per poi spezzare il corteo. Una parte è stata quindi isolata e circondata. Le cariche provocatorie e le manganellate non sono riuscite a disperdere la coda del corteo che, grazie alla determinazione di chi è rimasto in piazza, è riuscito a ripartire e sfilare fino all’Arco della Pace, raggiungendo la testa.

L’operazione degli sbirri è stata una dimostrazione di forza che ha voluto dare un segnale chiaro. Le “piazze” e le “manifestazioni” non sono zone franche o potremmo dire “liberate”, ma se vogliono entrano, bloccano, dividono e non fanno più avanzare. Vediamo il proseguo della dottrina che ha avuto il suo preludio nella manifestazione del 5 ottobre dello scorso anno a Roma: manifestazione vietata, poi autorizzata, rinchiusa forzatamente in una piazza e poi sgomberata con gli idranti. L’obiettivo degli sbirri, quindi del Ministero degli Interni, è ristabilire un rapporto di forza che restringa gli spazi di agibilità di piazza e che punti ad affermare chi ha il comando, senza lasciare spazio a nessuna mediazione.

Che fare? I tempi e le fasi cambiano e noi dobbiamo farci trovare all’altezza. Dobbiamo resistere allo Stato di guerra rispondendo alla paura e al terrore che vogliono imporre, recuperando le pratiche di autodifesa degli spazi di agibilità che il movimento operaio e proletario ha sviluppato nei decenni. Lo slancio e la determinazione che la piazza ha dimostrato nel non farsi disperdere e nel ricompattarsi per arrivare unita all’Arco della Pace è il positivo dal quale partire per organizzarsi meglio e farsi trovare più preparati. Dobbiamo stare uniti e compatti rigettando fermamente la logica dei buoni e dei cattivi, prendendo coscienza e consapevolezza che la repressione del nemico non è un incidente ma parte integrante del processo di lotta.

Il popolo palestinese ci indica la strada: resistere oggi per vincere domani.

Antitesi – Organizzazione comunista