Note a freddo sullo sciopero del 20 giugno
Venerdì 20 giugno la classe operaia, ancora una volta, ha segnato la strada da seguire: quasi 10 mila metalmeccanici a Bologna hanno bloccato in corteo la tangenziale per 4km, sfidando il divieto della questura e il nuovo decreto sicurezza. La questura di Bologna ha prima minacciato maldestramente di denunciare ogni partecipante per poi rimettere la cosa alla Procura e quindi direttamente a Piantedosi. Lo sciopero ha violato il nuovo decreto, mettendo in discussione quello per cui è stato concepito in questa fase di guerra: reprimere lavoratori e lavoratrici che si mobilitano contro sfruttamento e repressione. Non a caso il governo ha cercato subito di correre ai ripari convocano padroni e sindacati il giorno dopo per favorire la riapertura della trattativa. Per il governo il problema è politico, ovvero cercare di evitare che la classe operaia scenda in campo, addirittura violando apertamente il decreto sicurezza e le misure repressive che dovrebbero spaventarla.
La lotta dei metalmeccanici è centrale nella lotta contro la guerra imperialista, Federmeccanica ed il padronato non vogliono cedere neanche una briciola sul rinnovo del contratto nazionale perché la crisi del settore è forte ed è l’unico comparto che è riuscito parzialmente a recuperare la perdita di potere d’acquistino questi anni. Per i padroni non cedere agli aumenti per i metalmeccanici significa portare a casa un risultato di carattere generale, significa piegare uno dei settori più combattivi. Inoltre, nella tendenza alla guerra nella quale stiamo precipitando il comparto è centrale in una riorganizzazione militare delle industrie e della società tutta. In questa chiave intendiamo centrale questa lotta perché se da un lato settori di classe avanzati come quello portuale mettono in campo dei blocchi verso le compagnie navali che portano armi ad Israele o in Yemen, dall’altro gli operai metalmeccanici alzano la testa per contrastare il tentativo padronale di non convocare nemmeno ai tavoli i sindacati più grandi del paese e arretrare nelle condizioni contrattuali dei lavoratori.
Solo grazie alla determinazione della classe operaia, arrivata a 40 ore di sciopero nel comparto metalmeccanico, il tavolo di trattativa è stato riaperto, ma la partita è ancora tutta da giocare.
Allo sciopero di categoria per il rinnovo del CCNL Metalmeccanici si è affiancata la chiamata dello sciopero generale lanciata dai sindacati di base, che hanno visto mobilitare lavoratori e lavoratrici di diverse categorie in tutta Italia.
In seguito alla sconfitta del referendum la presenza massiccia di operai a Bologna e nel resto d’Italia ha ribadito che l’unica via per difendere e conquistare nuovi diritti è la lotta, è necessario organizzarsi nei posti di lavoro e rimettere al centro il protagonismo dei lavoratori e delle lavoratrici, al di là delle sigle sindacali. Il 20 giugno è stata una grande giornata di mobilitazione e un punto di inizio per la contrattazione metalmeccanica, che con determinazione, di fronte al nemico, non fa un passo indietro.
La partita non è vinta, ma la determinazione di migliaia di lavoratori e lavoratrici ha dimostrato che non siamo disposti a subire le decisioni di chi ci vuole solo sfruttare e reprimere.
Al fianco dei lavoratori in lotta, continuiamo a lottare contro chi produce miseria, guerra e sfruttamento!
Antitesi – Organizzazione Comunista