Volantini e comunicati

25 NOVEMBRE: CONTRO LA VIOLENZA DEL SISTEMA L’UNICA VIA È LA RIVOLUZIONE


Minerva, Patria e Maria Teresa Mirabal, conosciute come le Mariposas (le farfalle) sono tre sorelle domenicane brutalmente assassinate il 25 novembre del 1960 dal dittatore reazionario e filo statunitense della Repubblica Dominicana, Rafael Trujillo, nel tentativo di mettere a tacere i militanti che si stavano organizzando contro il suo governo. L’effetto sperato di intimidire le masse e reprimere il movimento “14 de junio”, di cui le sorelle facevano parte, ebbe l’esito opposto: l’anno successivo la grande mobilitazione popolare rovesciò il governo.

Il 25 novembre, giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne, vogliamo guardare all’esempio di resistenza e al coraggio delle sorelle che pagarono a caro prezzo la loro lotta antimperialista, esattamente come stanno facendo ancora oggi, da 77 anni, le donne palestinesi.

Contro la violenza del sistema
“Una donna uccisa ogni 3 giorni” è il dato martellante che ci viene consegnato dai media quando si parla di violenza sulle donne. Un dato allarmante che accresce la preoccupazione di noi donne che conosciamo le altre migliaia di violenze perché le sperimentiamo quotidianamente sulla nostra pelle e perché le riconosciamo quando altre donne le subiscono nei luoghi di lavoro, a scuola, nelle università, per strada.
Spesso non fanno notizia e nessuno se ne accorge ma sono tante le violenze che ogni giorno subiamo: le violenze che hanno a che fare con l’essere licenziate, sottopagate, ricattate a lavoro se si è anche madri oltre che lavoratrici; le violenze che non ci permettono di vivere le strade in maniera sicura; le violenze che derivano dal non aver consultori e presidi ostetrici e ginecologici in ogni quartiere che ci possano dare informazioni e assistenza pubblica; le violenze che subiamo in ospedale quando non possiamo decidere sul nostro corpo, né accedere all’IVG farmacologica; le violenze su come ci vestiamo e su che forma ha il nostro corpo; le violenze ostetriche durante i parti; le violenze che derivano dal non avere servizi di cura pubblici per bambini e anziani; le violenze di vedere strumentalizzate le nostre oppressioni per giustificare le guerre imperialiste…
Si tratta di violenze che hanno un’unica origine: il sistema capitalista che si serve anche della cultura patriarcale dominante, per mantenere intatto il sistema di sfruttamento e oppressione che lo contraddistingue.
A tale sistema infatti conviene avere delle donne il cui lavoro di cura si sostituisce a quello offerto da uno stato, conviene strumentalizzare le nostre oppressioni per dichiarare guerre che hanno scopi economici, conviene avere delle lavoratrici ancora più ricattabili e conviene non attaccare la cultura patriarcale che alimenta un discorso di oppressione di genere.

L’unica via è la rivoluzione
Combattiamo contro questo sistema capitalista e patriarcale che ci opprime, perché siamo consapevoli che non ci sarà nessun miglioramento definitivo delle nostre condizioni di vita fintanto che la classe borghese sarà al potere. Crediamo quindi che non ci può essere altra soluzione che ribaltare completamente lo stato delle cose. Riconosciamo le nostre oppressioni come donne e come proletarie e, con l’esempio delle donne resistenti di ieri e di oggi, ci organizziamo per la rivoluzione.

Non c’è emancipazione della donna senza rivoluzione, non c’è rivoluzione senza emancipazione della donna!
La resistenza è viva e continua in ogni donna che lotta in Palestina!

Antitesi – Organizzazione Comunista