4 OTTOBRE 2025: “SIAMO TUTTI PALESTINESI!!!”
Questo è l’appello che più di altri sintetizza la scesa in piazza a fianco della Resistenza in Palestina di milioni di persone nella manifestazione di Roma, e in tutte le altre centinaia che hanno caratterizzato queste giornate gloriose e memorabili, dalle grandi metropoli alle più piccole città.
Un appello che unisce gli oppressi contro gli oppressori nella consapevolezza che quello che tocca ai palestinesi toccherà sempre di più a tutti. Un appello che trasforma la solidarietà al popolo palestinese, nella sua lotta contro l’occupazione coloniale sionista, in occasione di rivolta di massa contro l’ordine imperialista dell’oligarchia finanziaria occidentale, e i suoi piani di riarmo, guerra e distruzione.
La Resistenza palestinese ha dovuto e voluto incunearsi nelle contraddizioni di questa nostra epoca ed è diventata il più grande centro di mobilitazione nel nostro paese come nel mondo. Ha riempito il vuoto di centri di mobilitazione creato dalle classi dirigenti e dalle consorterie politiche-sindacali al loro servizio. Ha innescato un onda di mobilitazione che ha imposto il superamento dei settarismi, dell’attendismo, della passività e della sottomissione che ingabbiavano l’espressione delle masse.
Oggi, sull’onda della Flottilia, è in piedi un movimento di massa che non si vedeva da decenni e che faranno molta fatica a ricacciare in ginocchio. Un movimento di larghe masse che unisce i lavoratori con gli studenti, che vede uno spiccato protagonismo delle donne e la massiccia scesa in campo di giovani e giovanissimi.
Questa grande unità tra figure sociali e generazioni esprime anche una grande determinazione. L’indicazione del “Blocchiamo tutto” è stata decisamente perseguita, e ove c’è stato lo scontro non ci si è tirati indietro, vanificando gli effetti di tutte le misure preventive di controllo e repressione messe in campo: dai decreti sicurezza alla zone rosse. Anche la trita e ritrita linea opportunista di mettere “buoni contro cattivi” non trova spazio e si riduce a un balbettio per lo più mediatico che non riesce a coprire le provocazioni poliziesche e gli attacchi repressivi ai cortei
La grande partecipazione di giovani è uno dei dati più rilevanti e mostra il rifiuto del futuro-presente dello stato di guerra che cresce nella nuova generazione, che si voleva abulica e lobotomizzata con controllo, meritocrazia, precarietà, individualizzazione e repressione. Una generazione che oggi scende in campo con la freschezza della sua prima, e costituente, determinazione collettiva per rivendicare un presente-futuro senza guerra ed oppressione.
Questo enorme movimento nella misura in cui si riverserà nei settori, dalla fabbrica, all’università, alla scuola, al pubblico impiego, ai servizi, potrà creare un clima nuovo che rafforzerà ogni singola lotta ponendo basi per la ricostruzione di un rapporto di forza generale favorevole. Il collante dell’appoggio alla Resistenza in Palestina gli dà già il carattere della critica radicale dell’imperialismo e del suo futuro di guerra e lo connota come movimento contro lo Stato di guerra, contro il riarmo e il modello produttivo del keynesismo militare, che i sionisti sperimentano sulla pelle dei palestinesi e dei popoli arabi e la borghesia imperialista impone ovunque per far fronte alla crisi del capitalismo.
“Nessun chiodo per Israele” è l’indicazione dei portuali, la linea di condotta che si riflette e si rifletterà nel sabotaggio del progetto coloniale sionista, con mobilitazioni in diverse situazioni dai porti alle università.
La complicità dell’oligarchia finanziaria e delle classi dirigenti occidentali con il progetto genocida sionista rende evidente che la posta in gioco è alta e che la lotta contro il sionismo è lotta contro l’imperialismo. Mentre la grande ondata di mobilitazioni di questi giorni rende evidente la crisi di egemonia e l’isolamento di queste classi dirigenti.
“Grande è la confusione sotto il cielo, dunque la situazione è eccellente”, come chiarisce il Presidente Mao Tze Tung, se ci sono masse in movimento e partito comunista che le dirige. Ai comunisti spetta il compito di colmare il ritardo nella costruzione di una prospettiva rivoluzionaria che ponga fine a questo sistema di miseria, guerra e sfruttamento.
Oggi le masse sono in movimento. Organizziamoci per resistere e per vincere.
Morte all’imperialismo – Libertà ai popoli!
ANTITESI – ORGANIZZAZIONE COMUNISTA