Volantini e comunicati

ROMPERE L’ASSEDIO, CON LA RESISTENZA PALESTINESE


A due anni dall’Operazione Diluvio di Al Aqsa, il 7 ottobre resta come una frattura nella storia: il giorno in cui la Resistenza palestinese ha dimostrato al mondo che il nemico sionista non è invulnerabile, che può essere colpito e dunque sconfitto.

Due anni di massacri non hanno piegato la Resistenza e il popolo palestinese, che continuano a sfidare l’apparato coloniale, mettendone a nudo le crepe, mostrando la fragilità dell’entità sionista.

Gaza, cuore pulsante della Resistenza, continua a combattere sotto le macerie e le bombe. Nonostante il tentativo di distruggerla, essa si è trasformata in una base viva per l’offensiva contro il nemico. Da questa trincea di sangue, la Resistenza Palestinese ha trovato eco nelle piazze di tutto il mondo, dove masse popolari hanno portato il proprio sostegno alla Resistenza Palestinese, al popolo palestinese e alla sua lotta.

La continuità della Resistenza ha squarciato il velo dell’indifferenza, risvegliato coscienze e generato mobilitazioni di masse. Non solo palestinesi e arabi in diaspora, ma anche lavoratori, studenti, donne e proletari nei paesi imperialisti hanno visto nella Palestina lo specchio della propria condizione di oppressione e sfruttamento.

Da questa solidarietà è nato un movimento mondiale contro la guerra e l’imperialismo. In Italia si è espresso nelle grandi manifestazioni popolari, negli scioperi e nelle flotte di aiuti partite dai nostri porti: un entusiasmo che né le istituzioni né i nuovi dispositivi repressivi, come il dl 1660, hanno potuto soffocare.

La Palestina è oggi la principale contraddizione che lacera l’imperialismo occidentale, pronto a trascinarci verso una terza guerra mondiale pur di mantenere il dominio. Sostenere la Resistenza è quindi non solo un dovere morale, ma una necessità politica.

La Resistenza palestinese insegna che l’assedio si può rompere unendosi e combattendo; anche qui, nel cuore dell’imperialismo, dobbiamo trasformare la guerra imperialista in guerra di classe contro chi ci sfrutta, ci affama e ci opprime. Dobbiamo opporci al riarmo che saccheggia le risorse a sanità, scuola, welfare; dobbiamo combattere il regime di guerra interna che il governo vuole imporre per piegare il dissenso e avere un fronte interno pacificato.

Le masse hanno visto nel 7 ottobre un simbolo di riscossa, un emblema della lotta contro l’oppressione dei popoli e contro il colonialismo che gli imperialisti praticano ogni giorno.

Il 4 ottobre saremo in piazza per affermare il ruolo della Resistenza, per denunciare il nostro imperialismo che sostiene il progetto sionista, e per gridare forte che anche qui, nelle nostre città e nei nostri luoghi di lavoro, bisogna resistere per vincere.

Antitesi – Organizzazione Comunista