Volantini e comunicati

PEDRO VIVE NELLA PROSPETTIVA RIVOLUZIONARIA

9 MARZO 1985 – Lo Stato borghese uccide un militante comunista. Una colpa che il tempo non cancella.
9 MARZO 2025 – I comunisti non dimenticano.
Presidio – ore 15:30 – via Giulia 39, Trieste.


Il 9 marzo 1985 il militante comunista Pietro Greco veniva ucciso a Trieste da agenti della Digos e del Sisde. Questa barbara azione di controrivoluzione fu parte della strategia di annientamento delle determinazioni rivoluzionarie che a partire dall’inizio degli anni ’70 si erano sviluppate, anche nel nostro paese, sull’onda del grande ciclo di lotte operaie e proletarie del ’68-’69.

Oggi, in occasione del quarantesimo anniversario dell’omicidio di Pedro, rinnovando il ricordo della sua figura di militante comunista che ha dedicato la vita alla causa delle rivoluzione proletaria, lanciamo la campagna “Pedro vive nella prospettiva rivoluzionaria”, per fare una nostra riflessione su quella stagione di lotta di classe e di lotta rivoluzionaria per il potere. Dobbiamo riappropriarci di questa storia, farla nostra, coglierne il portato in termini di insegnamenti utili a rafforzare la nostra determinazione a costruire il Partito Comunista e la nostra linea rivoluzionaria nella situazione attuale. Una situazione che è diversa da quella degli anni ’70-’80, ma che vede aggravarsi la stessa crisi del sistema con cui si era confrontata quella stagione di lotte. Questa stessa crisi, iniziata negli anni ’70, oggi la borghesia imperialista la affronta con la guerra: guerra contro i popoli oppressi, contro le potenze emergenti, ma anche guerra di classe contro i lavoratori e le masse popolari.

Anche la repressione e la controrivoluzione attuale, per come si è strutturata nella tendenza alla fascistizzazione perseguita con la linea delle “emergenze” e dello Stato forte e autoritario, trova la sua radice profonda nella politica di reazione messa in atto in quella stagione. Una politica che si concretizzò nella “Strategia della tensione” con le stragi di Gladio, servizi segreti e fascisti, nella repressione delle lotte di massa, nell’uso dei reati associativi contro le avanguardie, con la carcerazione di migliaia di comunisti, fino anche alla tortura e le leggi speciali sul pentitismo e la dissociazione. È la stessa linea nera che si concretizza nelle strette securitarie degli ultimi anni: dall’uso dispiegato dei reati associativi contro chi lotta, alla criminalizzazione delle forme di lotta, alla disciplinarizzazione coercitiva delle masse, come ben si evidenzia con il decreto legge 1660.

Con questa campagna, celebrando la figura rivoluzionaria di Pedro, il suo essere comunista in quella stagione di lotte e repressione, vogliamo approfondire la nostra conoscenza di quello che è stato il secondo momento più alto in cui i comunisti e il proletariato del nostro paese si sono avvicinati di più alla rivoluzione, dopo la Resistenza al nazifascismo.

Celebriamo Pedro per farci forti della determinazione e dello spirito rivoluzionario che caratterizzarono lui come le migliaia di compagni che presero parte a quelle esperienze rivoluzionarie. Riflettendo sugli aspetti positivi come anche sugli errori e sulle deviazioni che contraddistinsero quelle esperienze possiamo trarre elementi per il nostro lavoro di organizzazione comunista per il rilancio dell’ipotesi della rottura rivoluzionaria con il sistema capitalistico avvitato nella spirale di crisi e guerra.

Riappropriamoci della nostra storia per rilanciare il nostro lavoro!

Antitesi – Organizzazione Comunista