LA PALESTINA È IL MONDO
L’accordo di Gaza per la fine della guerra di genocidio promosso da Trump e accettato dall’entità sionista e dalla Resistenza palestinese si è dimostrato per quello che è: intenzioni scritte sulla carta e puntualmente smentite dalla realtà dei fatti. E come sempre i fatti hanno la testa dura: i bombardamenti sionisti sulla popolazione civile proseguono e sono centinaia i morti da cessate il fuoco, proseguono anche gli omicidi mirati sionisti e le azioni della Resistenza, restano chiusi i valichi e gli aiuti umanitari entrano con il contagocce, il popolo di Gaza fa sempre più la fame tra macerie e distruzione. Così, dopo lo scambio di prigionieri, l’accordo va in fumo fin dalla sua prima fase, mostrando ancora una volta chiaramente che non si tratta di un accordo di pace, e che la pace non ci sarà finché esisterà l’occupazione e l’entità sionista.
Sorge quindi la domanda: perché si è promosso un accordo per poi non rispettarlo?
Le ragioni dell’accordo promosso dai criminali imperialisti Usa stanno nell’impossibilità di proseguire nel piano genocidiario a fronte della capacità di tenuta sul campo della Resistenza, dell’enorme appoggio che la causa palestinese riscuote in tutto il mondo, che si è evidenziato anche nel nostro paese con le memorabili manifestazioni attorno alla vicenda della Flottilia, e a fronte anche delle contraddizioni che l’imperialismo incontra con l’approfondirsi della crisi del suo sistema, con lo sviluppo di sempre nuovi fronti di guerra, come si evidenzia con l’avvio dell’aggressione al Venezuela. Gli imperialisti Usa e occidentali sono in difficoltà di fronte all’impossibilità di condurre la guerra su tutti i fronti che si aprono a partire dalle due contraddizioni determinanti della nostra epoca: quella interimperialista e quella con i popoli oppressi. Combattere su tutti i fronti, dalla guerra in Ucraina, alla guerra in Medioriente, al braccio di ferro strategico con la Cina in Asia e alle aggressioni in America Latina, non è un’opzione concretamente praticabile, soprattutto in una situazione in cui i fronti interni alle metropoli imperialiste sono, e saranno, tutt’altro che pacificati.
Le ragioni del fatto che i criminali sionisti non rispettano l’accordo stanno precisamente nel fatto che esso rappresenta una vittoria politica della Resistenza palestinese. Dopo due anni di guerra genocida la Resistenza non è stata sconfitta, gli ostaggi non sono stati liberati con azioni militari, ma tramite trattativa con la Resistenza, ed è in piedi un imponente movimento mondiale in appoggio delle causa palestinese. Così di fronte alla loro sconfitta strategica i sionisti continuano a giocare l’unica carta della guerra permanente a Gaza, in Cisgiordania come in Libano, tenendo aperta la prospettiva dell’allargamento in tutto il Medioriente (Siria, Yemen, Iran).
In questo quadro le questioni che restano aperte, dal disarmo della Resistenza, alla forza internazionale di sicurezza che dovrebbe garantirlo, al governo ‘internazionale’ della striscia restano tutte sulla carta registrando un protagonismo di attori regionali (Egitto, Giordania, Turchia, Arabia Saudita, Emirati, Qatar, ecc.) che, anche in contrasto tra di loro, giocano la loro partita nel vuoto di prospettiva del piano Trump. Il fatto che questo non avvenga sulla pelle dei palestinesi dipenderà dalla forza della Resistenza e dal movimento internazionale in suo appoggio che con la gestione mainstream dell’”accordo di pace” si punta a smontare.
L’attuale vittoria politica della Resistenza è dovuta all’eroica capacità di tenere il campo nello scontro con l’esercito sionista, all’appoggio che riceve dalle masse di cui è espressione e all’enorme sostegno internazionale che è riuscita a suscitare.
Quello che si deve registrare è che la causa palestinese e la lotta contro l’oligarchia finanziaria e le classi dominanti nei paesi occidentali hanno un nemico comune e sono intrecciate in un’unica lotta. Questo è reso evidente dal fatto concreto che la Resistenza palestinese è diventata a tutti gli effetti il principale centro di mobilitazione delle masse nelle metropoli imperialiste e l’appoggio alla sua lotta contro l’occupazione sionista è un contenuto che si collega alla lotta contro la guerra imperialista, contro l’economia di guerra e l’approfondimento dello sfruttamento e dell’oppressione per i proletari che con ciò si determina.
Lottare contro il sionismo è lottare contro l’imperialismo!
Antitesi – Organizzazione Comunista
