Volantini e comunicati

PANE, PACE E LIBERTÀ

8 MARZO 1917 – 8 MARZO 2025
OGGI COME IERI


L’8 marzo del 1917, centinaia di donne sfidarono le strade di Pietroburgo, insorgendo contro lo zarismo e la guerra imperialista.

Al grido di “pane, pace e libertà”, furono la scintilla che fece divampare la Rivoluzione d’ottobre. Il protagonismo femminile contribuì così a trasformare l’opposizione alla guerra in guerra rivoluzionaria. Nei mesi successivi, vennero sanciti diritti come l’aborto, il divorzio e la maternità, mentre nacquero istituti popolari come mense, sartorie e asili nido. Ma, soprattutto, le donne raggiunsero un livello di emancipazione politica senza precedenti, arrivando a ricoprire un ruolo di primo piano nella dirigenza bolscevica.
È questa la vera origine dell’8 Marzo: oggi invece, la borghesia tenta di riscriverne la memorabile storia e svuotarne il significato, riducendolo a una celebrazione frivola. Per questo dobbiamo lottare ancora di più, affinché emerga con forza il suo valore rivoluzionario, perché mai come oggi lo slogan di allora torna a essere un’urgenza.

La fase attuale segnata dall’avvitamento della crisi e dalla guerra su più fronti (Palestina, Ucraina, Taiwan), impone un peso doppio sulle donne.

Sul fronte interno, l’economia di guerra messa in campo dalla borghesia italiana dirotta enormi risorse pubbliche nel mercato delle armi, mentre taglia brutalmente il settore sociale, a discapito delle condizioni di vita delle donne, in particolare al Sud. La chiusura sistematica di consultori, presidi ostetrici e ginecologici priva le donne di servizi essenziali, mentre il taglio ai fondi per l’edilizia popolare e ai servizi di cura le costringe a sobbarcarsi il peso dell’assistenza a figli e anziani in condizioni abitative sempre più precarie. E la retorica di “Dio, Patria e Famiglia” viene riproposta per ostacolare le conquiste delle donne (vedi attacco all’aborto) e per imporre una rigida disciplina funzionale alla guerra.

Sul fronte esterno, l’Italia partecipa attivamente alla guerra, portando distruzione su popoli e territori e con effetti ancora più crudeli sulle donne (stupro di guerra, gestione della casa da sole, etc). Nel frattempo, la propaganda le dipinge come vittime senza voce, oscurando la loro resistenza
quotidiana contro l’oppressore. Ma sappiamo bene che le donne che lottano contro la guerra e l’imperialismo non sono vittime inermi: dalle partigiane italiane di ieri alle palestinesi di oggi, sono esempi di rivoluzione e resistenza che ci guidano qui e ora.

Ed è proprio dal coraggio e dalla determinazione di queste donne che dobbiamo trarre insegnamento.
Tocca a noi raccogliere questa eredità e riportare l’8 marzo al suo significato originario: una giornata di lotta e di rivendicazione.
Solo mobilitandoci potremo conquistare nuovi diritti e difendere quelli ottenuti.
Solo abbattendo questo sistema di sfruttamento le donne proletarie potranno ottenere una vera emancipazione, e solo grazie al loro contributo gli sfruttati vinceranno!
Non ci sarà emancipazione delle donne senza rivoluzione, non ci sarà rivoluzione senza emancipazione delle donne.

CON RABBIA E CONVINZIONE VERSO LA RIVOLUZIONE!

LA NOSTRA RABBIA O SERVIRÀ A DISTRUGGERE L’IMPERIALISMO
O NON SERVIRÀ AFFATTO!

RESISTERE PER VINCERE!
LA RESISTENZA È VIVA E CONTINUA, IN OGNI DONNA CHE LOTTA IN PALESTINA!

Antitesi – Organizzazione comunista