Forwarded from Antitesi Milano
🚩Il 6 settembre saremo in piazza! H 14:00, Pt. Venezia
Perché la lotta contro la repressione, contro lo Stato di guerra e contro il modello Milano è lotta contro l’imperialismo.
CONTRO LA REPRESSIONE BORGHESE, PER LA RESISTENZA E LA SOLIDARIETÀ PROLETARIA E POPOLARE!
CONTRO LO STATO DI GUERRA!
MORTE ALL’IMPERIALISMO, LIBERTÀ AI POPOLI!
A FIANCO DELLA RESISTENZA PALESTINESE!
👉 https://www.instagram.com/p/DOHLD_yjKJh/?igsh=MWx4c25oZXVpMG9oeA==
Perché la lotta contro la repressione, contro lo Stato di guerra e contro il modello Milano è lotta contro l’imperialismo.
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Forwarded from Antitesi Milano
🚩Modello Milano e Stato di guerra
Lo sgombero del Leoncavallo è parte della strategia repressiva messa in atto dallo Stato italiano. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un allargamento del raggio d’azione della repressione, che oggi colpisce non solo centri sociali, spazi occupati e compagni militanti,ma sempre più proletari, studenti e lavoratori attivi nelle mobilitazioni: nei posti di lavoro,nelle università, in piazza a fianco della resistenza palestinese.
Quest’ultimo atto però ci dice qualcosa di più perché manda un nuovo messaggio: anche leoccupazioni più istituzionali o con un livello di conflittualità relativamente basso diventano terreno di scontro, spazi da conquistare e neutralizzare.
Perché proprio ora? Perché la guerra è tornata di casa. Mentre l’Italia sostiene le aggressioni sioniste in Palestina e difende il regime di Kiev, sul fronte interno ha bisogno diordine, silenzio e consenso. Per questo colpisce progressivamente chiunque non si schieri a favore dell’economia di guerra e del riarmo.
Milano, snodo strategico del capitalismo e delle complicità col sionismo, rende evidentequesto meccanismo: da una parte affari, corruzione, speculazioni, svendita di case popolarie grandi eventi come le Olimpiadi che devastano la città; dall’altra sgomberi, zone rosse,militarizzazione dei quartieri.
Qui il “modello Milano” si intreccia con quello sionista delle smart cities: vetrine del capitale e insieme laboratori di controllo, esclusione e repressione.
Mentre in Palestina la fame diventa arma di sterminio, Milano rinnova accordi con l’entità sionista, importa i suoi dispositivi repressivi e li applica nei quartieri popolari. Il meccanismoè lo stesso: là bombardamenti e demolizioni, qui sgomberi, sfratti e speculazione. Un’unica macchina di violenza imperialista.
Lo sgombero del Leoncavallo, quindi, non riguarda solo il Leoncavallo: è parte di un modellorepressivo che colpisce le masse popolari tutte e disciplina la città al servizio degli interessi imperialisti. È una dichiarazione: “l’aria è cambiata, siamo in uno stato di guerra”.
Che dobbiamo fare? La risposta cittadina alla sgombero è molto positiva, ma non possiamo fermarci alla difesa di uno spazio. La posta in gioco è più alta: è la lotta contro lo Stato di guerra,contro il modello Milano come laboratorio di repressione e speculazione, control’imperialismo che li produce e li alimenta.
Per questo il 6 settembre saremo in piazza! Perché la lotta contro la repressione, contro lo Stato di guerra e contro il modello Milano è lotta contro l’imperialismo.
CONTRO LA REPRESSIONE BORGHESE, PER LA RESISTENZA E LA SOLIDARIETÀ PROLETARIA E POPOLARE!
CONTRO LO STATO DI GUERRA!
MORTE ALL’IMPERIALISMO, LIBERTÀ AI POPOLI!
A FIANCO DELLA RESISTENZA PALESTINESE!
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Lo sgombero del Leoncavallo è parte della strategia repressiva messa in atto dallo Stato italiano. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un allargamento del raggio d’azione della repressione, che oggi colpisce non solo centri sociali, spazi occupati e compagni militanti,ma sempre più proletari, studenti e lavoratori attivi nelle mobilitazioni: nei posti di lavoro,nelle università, in piazza a fianco della resistenza palestinese.
Quest’ultimo atto però ci dice qualcosa di più perché manda un nuovo messaggio: anche leoccupazioni più istituzionali o con un livello di conflittualità relativamente basso diventano terreno di scontro, spazi da conquistare e neutralizzare.
Perché proprio ora? Perché la guerra è tornata di casa. Mentre l’Italia sostiene le aggressioni sioniste in Palestina e difende il regime di Kiev, sul fronte interno ha bisogno diordine, silenzio e consenso. Per questo colpisce progressivamente chiunque non si schieri a favore dell’economia di guerra e del riarmo.
Milano, snodo strategico del capitalismo e delle complicità col sionismo, rende evidentequesto meccanismo: da una parte affari, corruzione, speculazioni, svendita di case popolarie grandi eventi come le Olimpiadi che devastano la città; dall’altra sgomberi, zone rosse,militarizzazione dei quartieri.
Qui il “modello Milano” si intreccia con quello sionista delle smart cities: vetrine del capitale e insieme laboratori di controllo, esclusione e repressione.
Mentre in Palestina la fame diventa arma di sterminio, Milano rinnova accordi con l’entità sionista, importa i suoi dispositivi repressivi e li applica nei quartieri popolari. Il meccanismoè lo stesso: là bombardamenti e demolizioni, qui sgomberi, sfratti e speculazione. Un’unica macchina di violenza imperialista.
Lo sgombero del Leoncavallo, quindi, non riguarda solo il Leoncavallo: è parte di un modellorepressivo che colpisce le masse popolari tutte e disciplina la città al servizio degli interessi imperialisti. È una dichiarazione: “l’aria è cambiata, siamo in uno stato di guerra”.
Che dobbiamo fare? La risposta cittadina alla sgombero è molto positiva, ma non possiamo fermarci alla difesa di uno spazio. La posta in gioco è più alta: è la lotta contro lo Stato di guerra,contro il modello Milano come laboratorio di repressione e speculazione, control’imperialismo che li produce e li alimenta.
Per questo il 6 settembre saremo in piazza! Perché la lotta contro la repressione, contro lo Stato di guerra e contro il modello Milano è lotta contro l’imperialismo.
CONTRO LA REPRESSIONE BORGHESE, PER LA RESISTENZA E LA SOLIDARIETÀ PROLETARIA E POPOLARE!
CONTRO LO STATO DI GUERRA!
MORTE ALL’IMPERIALISMO, LIBERTÀ AI POPOLI!
A FIANCO DELLA RESISTENZA PALESTINESE!
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Forwarded from Antitesi Genova
⚡🇵🇸 CON LA RESISTENZA
ROMPERE L'ASSEDIO 🇵🇸⚡
🔻La Global Sumud Flotilla è partita. È partita con un boato, centinaia di migliaia di persone hanno accompagnato queste barche coi cuori pieni di speranza, in cortei di solidarietà al popolo palestinese organizzati in tutti i porti di partenza.
🔻Aldilà dell’esito di questa spedizione umanitaria, nell’augurio che tutti gli attivisti e le attiviste coinvolti tornino a casa illesi, queste mobilitazioni mostrano in tutte le città, a Genova in particolare, l’opposizione di grandi masse nei confronti delle scelte guerrafondaie delle classi dirigenti imperialiste occidentali.
🔻Non ci deve interessare chi è alla testa di queste manifestazioni, l’opportunismo delle classi dominanti – e della sinistra parlamentare in particolare – punterà ad annacquare la realtà, depotenziare i contenuti, ridurre la solidarietà ad un pietismo umanitario. La vera solidarietà non si misura con le lacrime, ma con la lotta.
ROMPERE L'ASSEDIO 🇵🇸⚡
🔻La Global Sumud Flotilla è partita. È partita con un boato, centinaia di migliaia di persone hanno accompagnato queste barche coi cuori pieni di speranza, in cortei di solidarietà al popolo palestinese organizzati in tutti i porti di partenza.
🔻Aldilà dell’esito di questa spedizione umanitaria, nell’augurio che tutti gli attivisti e le attiviste coinvolti tornino a casa illesi, queste mobilitazioni mostrano in tutte le città, a Genova in particolare, l’opposizione di grandi masse nei confronti delle scelte guerrafondaie delle classi dirigenti imperialiste occidentali.
🔻Non ci deve interessare chi è alla testa di queste manifestazioni, l’opportunismo delle classi dominanti – e della sinistra parlamentare in particolare – punterà ad annacquare la realtà, depotenziare i contenuti, ridurre la solidarietà ad un pietismo umanitario. La vera solidarietà non si misura con le lacrime, ma con la lotta.
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Forwarded from Antitesi Genova
🔻Abbiamo il dovere di ricordare a queste forze e a chi come noi vuole una Palestina libera dal fiume al mare che è grazie alla Resistenza che ancora oggi, dopo più di 75 anni, il popolo palestinese non ha chinato la testa davanti l’oppressore sionista.
🔻La Flottilla ha già raggiunto il suo scopo: ha risvegliato le nostre coscienze, ha infuso in tutte e tutti noi un senso di riscatto di fronte all’impotenza in cui lo stato imperialista italiano e la nostra borghesia volevano disperderci. Per continuare a lottare e portare vera solidarietà alla Palestina, non possiamo lasciare che la lotta si estingua nell’infame, ipocrita e ormai irrealistica proposta “due popoli due stati”.
🔻Come la Resistenza palestinese ci ha insegnato, per rompere l’assedio, per vincere contro l’imperialismo e i suoi tentacoli predatori dobbiamo essere uniti nel nome della Resistenza. Dobbiamo lottare proprio qui dove l’oppressione ha inizio, come già hanno detto che faranno i lavoratori e le lavoratrici del porto, a cui va tutta la nostra complicità, per trasformare la guerra imperialista in guerra di classe rivoluzionaria contro chi ogni giorno ci sfrutta, affama e reprime.
🔻Dobbiamo lottare contro la nostra classe dirigente imperialista e assassina, contro il nostro stato che ci sta portando sul baratro di un terzo conflitto globale. Dobbiamo combattere lo stato di guerra e il riarmo che ci stanno imponendo. Dobbiamo pretendere che i soldi destinati a finanziare le guerre delle classi dominanti vengano spesi per sanità, istruzione e stato sociale.
🔻Mobilitiamoci e lottiamo insieme per la Resistenza contro tutti gli oppressori. Solo i popoli uniti nel rovesciamento del capitalismo possono avere una speranza di vittoria. Dimostriamo al nostro governo e ai governi di tutto il mondo che i popoli sanno da che parte stare: dalla parte di chi resiste ogni giorno contro l’oppressione, qui come in Palestina. Il 4 ottobre a Roma ci sarà una grande manifestazione in sostegno alla Resistenza palestinese. Rilanciamo la mobilitazione, organizziamoci, moltiplichiamo le iniziative, partecipiamo alle manifestazioni in tutte le città.
🔻 Teniamoci pronti a bloccare tutto, in ogni luogo possibile, con ogni mezzo necessario, nel momento in cui le navi dovessero essere fermate dalle forze di occupazione sionista: la Resistenza dei palestinesi è la nostra Resistenza.
⚡🇵🇸 PER ROMPERE L'ASSEDIO IMPERIALISTA RESTIAMO UNITI NELLA RESISTENZA.
⚡🚩MORTE ALL'IMPERIALISMO,
LIBERTÀ PER I POPOLI.
🔻RESISTERE PER VINCERE 🔻
Antitesi - Organizzazione Comunista
🔻La Flottilla ha già raggiunto il suo scopo: ha risvegliato le nostre coscienze, ha infuso in tutte e tutti noi un senso di riscatto di fronte all’impotenza in cui lo stato imperialista italiano e la nostra borghesia volevano disperderci. Per continuare a lottare e portare vera solidarietà alla Palestina, non possiamo lasciare che la lotta si estingua nell’infame, ipocrita e ormai irrealistica proposta “due popoli due stati”.
🔻Come la Resistenza palestinese ci ha insegnato, per rompere l’assedio, per vincere contro l’imperialismo e i suoi tentacoli predatori dobbiamo essere uniti nel nome della Resistenza. Dobbiamo lottare proprio qui dove l’oppressione ha inizio, come già hanno detto che faranno i lavoratori e le lavoratrici del porto, a cui va tutta la nostra complicità, per trasformare la guerra imperialista in guerra di classe rivoluzionaria contro chi ogni giorno ci sfrutta, affama e reprime.
🔻Dobbiamo lottare contro la nostra classe dirigente imperialista e assassina, contro il nostro stato che ci sta portando sul baratro di un terzo conflitto globale. Dobbiamo combattere lo stato di guerra e il riarmo che ci stanno imponendo. Dobbiamo pretendere che i soldi destinati a finanziare le guerre delle classi dominanti vengano spesi per sanità, istruzione e stato sociale.
🔻Mobilitiamoci e lottiamo insieme per la Resistenza contro tutti gli oppressori. Solo i popoli uniti nel rovesciamento del capitalismo possono avere una speranza di vittoria. Dimostriamo al nostro governo e ai governi di tutto il mondo che i popoli sanno da che parte stare: dalla parte di chi resiste ogni giorno contro l’oppressione, qui come in Palestina. Il 4 ottobre a Roma ci sarà una grande manifestazione in sostegno alla Resistenza palestinese. Rilanciamo la mobilitazione, organizziamoci, moltiplichiamo le iniziative, partecipiamo alle manifestazioni in tutte le città.
🔻 Teniamoci pronti a bloccare tutto, in ogni luogo possibile, con ogni mezzo necessario, nel momento in cui le navi dovessero essere fermate dalle forze di occupazione sionista: la Resistenza dei palestinesi è la nostra Resistenza.
⚡🇵🇸 PER ROMPERE L'ASSEDIO IMPERIALISTA RESTIAMO UNITI NELLA RESISTENZA.
⚡🚩MORTE ALL'IMPERIALISMO,
LIBERTÀ PER I POPOLI.
🔻RESISTERE PER VINCERE 🔻
Antitesi - Organizzazione Comunista
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🚩 Chi ha paura delle parole?
Nel 2023 un compagno di Antitesi è stato condannato per istigazione a delinquere ad un anno di reclusione. Lo Stato condanna il nostro compagno per le parole pronunciate, il 23 novembre 2019 a Udine, durante un corteo indetto per la ricorrenza della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Tutto ciò dimostra che la classe dominante, in questa situazione di crisi sul fronte interno e di guerra imperialista sul fronte esterno, ha paura persino delle “parole” e vuole colpire preventivamente la propaganda che chiama alla lotta.
🚩 Non dobbiamo chinare la testa di fronte alla repressione, non possiamo lasciare nessuno da solo davanti ad essa, dobbiamo organizzarci per resistere.
Solidarietà al compagno condannato, difendiamo l’agibilità della propaganda rivoluzionaria!
🔻 Resistere alla repressione, resistere per vincere!
Antitesi – Organizzazione comunista
👉 Leggi il comunicato completo: https://antitesirivista.org/volantini-e-comunicati/chi-ha-paura-delle-parole/
Nel 2023 un compagno di Antitesi è stato condannato per istigazione a delinquere ad un anno di reclusione. Lo Stato condanna il nostro compagno per le parole pronunciate, il 23 novembre 2019 a Udine, durante un corteo indetto per la ricorrenza della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Tutto ciò dimostra che la classe dominante, in questa situazione di crisi sul fronte interno e di guerra imperialista sul fronte esterno, ha paura persino delle “parole” e vuole colpire preventivamente la propaganda che chiama alla lotta.
🚩 Non dobbiamo chinare la testa di fronte alla repressione, non possiamo lasciare nessuno da solo davanti ad essa, dobbiamo organizzarci per resistere.
Solidarietà al compagno condannato, difendiamo l’agibilità della propaganda rivoluzionaria!
🔻 Resistere alla repressione, resistere per vincere!
Antitesi – Organizzazione comunista
👉 Leggi il comunicato completo: https://antitesirivista.org/volantini-e-comunicati/chi-ha-paura-delle-parole/
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🔻 CON LA RESISTENZA CONTRO SIONISMO E IMPERIALISMO 🔻
Nelle ultime settimane decine di migliaia di persone in tutta Italia si sono mobilitate per rompere l'assedio a Gaza, al fianco del popolo palestinese e della sua Resistenza.
I governi occidentali continuano a giustificare e sostenere lo stato sionista, esprimendo solo qualche parola di facciata, mentre i popoli di tutto il mondo da subito si sono schierati dalla parte giusta della storia.
Continuiamo a muoverci al fianco della Flottiglia che ha il merito di essere andate ben oltre alla solidarietà che cerca di portare a Gaza, facendo scendere le masse in piazza contro la guerra e contro la complicità del nostro Governo. Seguiamo l'indicazione che ci arriva dai lavoratori del porto: mobilitiamoci e blocchiamo tutto qui, dove il cuore dell'imperialismo pulsa guerra, sfruttamento, fame e miseria per tutti i popoli del mondo!
Nelle ultime settimane decine di migliaia di persone in tutta Italia si sono mobilitate per rompere l'assedio a Gaza, al fianco del popolo palestinese e della sua Resistenza.
I governi occidentali continuano a giustificare e sostenere lo stato sionista, esprimendo solo qualche parola di facciata, mentre i popoli di tutto il mondo da subito si sono schierati dalla parte giusta della storia.
Continuiamo a muoverci al fianco della Flottiglia che ha il merito di essere andate ben oltre alla solidarietà che cerca di portare a Gaza, facendo scendere le masse in piazza contro la guerra e contro la complicità del nostro Governo. Seguiamo l'indicazione che ci arriva dai lavoratori del porto: mobilitiamoci e blocchiamo tutto qui, dove il cuore dell'imperialismo pulsa guerra, sfruttamento, fame e miseria per tutti i popoli del mondo!
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🚩 Tutti in piazza il 19 e 22 settembre!
Ogni appuntamento è utile per mobilitarsi, scioperare, organizzarsi e resistere, mettendo i bastoni fra le ruote a questo sistema di morte, rilanciando l'unità dei lavoratori e delle lavoratrici al fianco di chi resiste! Il 19 e il 22 devono creare un clima di agitazione e mobilitazione continua e determinata.
Dai porti, ai magazzini fino alle fabbriche, dalle scuole all'università: blocchiamo tutto e opponiamoci alla guerra imperialista! Essere dalla parte della Palestina, oggi, significa bloccare la macchina imperialista che finanzia e supporta lo stato sionista e che sta mettendo le basi per lo sviluppo di una guerra mondiale.
🔻 Verso il corteo del 4 ottobre a Roma rilanciamo la mobilitazione, organizziamoci, moltiplichiamo le iniziative, partecipiamo alle manifestazioni in tutte le città!
Per rompere l'assedio imperialista restiamo uniti al fianco della Resistenza!
Morte all'imperialismo, libertà ai popoli!
Antitesi - Organizzazione comunista
👉 Segui i nostri canali locali per rimanere aggiornato! Ci vediamo in piazza!
Ogni appuntamento è utile per mobilitarsi, scioperare, organizzarsi e resistere, mettendo i bastoni fra le ruote a questo sistema di morte, rilanciando l'unità dei lavoratori e delle lavoratrici al fianco di chi resiste! Il 19 e il 22 devono creare un clima di agitazione e mobilitazione continua e determinata.
Dai porti, ai magazzini fino alle fabbriche, dalle scuole all'università: blocchiamo tutto e opponiamoci alla guerra imperialista! Essere dalla parte della Palestina, oggi, significa bloccare la macchina imperialista che finanzia e supporta lo stato sionista e che sta mettendo le basi per lo sviluppo di una guerra mondiale.
🔻 Verso il corteo del 4 ottobre a Roma rilanciamo la mobilitazione, organizziamoci, moltiplichiamo le iniziative, partecipiamo alle manifestazioni in tutte le città!
Per rompere l'assedio imperialista restiamo uniti al fianco della Resistenza!
Morte all'imperialismo, libertà ai popoli!
Antitesi - Organizzazione comunista
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🚩 Manifestazioni in più di 80 città dalle Metropoli (Milano, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Genova etc) fino alle città più piccole hanno visto scendere in piazza centinaia di migliaia di persone: giovani e anziani, studenti e insegnanti, lavoratori in sciopero, portuali in lotta contro il traffico di armi. Moltissimi giovani, anche di seconda e terza generazione, hanno risposto all’appello alla mobilitazione. A determinare un cambio di passo, dopo la forte mobilitazione attorno alla Flottiglia, è stata la scesa in campo dei lavoratori con le due giornate di sciopero, prima il 19 e poi il 22. Senza dubbio un’unica grande giornata di lotta sarebbe stata meglio, ma è evidente che è prevalsa la logica di bottega e l’opportunismo della burocrazia Cgil. Gli scioperi del 19 hanno avuto il merito di far entrare la solidarietà alla Palestina anche in quei posti di lavoro dove il sindacalismo di base non è storicamente presente, come le fabbriche metalmeccaniche e chimiche.
La parola d’ordine “blocchiamo tutto” è stata perseguita ovunque con determinazione: dall’assedio alla stazione centrale di Milano al blocco del traffico ferroviario a Napoli; dai blocchi dei porti a Genova, Trieste, Venezia, Ravenna e Catania, fino a quelli di tangenziali e autostrade come a Bologna, Firenze e Roma.
Grande è stata la partecipazione in cortei enormi che non si vedevano da decenni, grande è stata la determinazione a perseguire il risultato dei blocchi anche a fronte di cariche, lacrimogeni e idranti.
🚩 Un popolo in piazza a fianco della Resistenza, e contro una classe dirigente nostrana complice del genocidio dei palestinesi e responsabile delle politiche contro i lavoratori e le masse popolari degli ultimi anni nel nostro paese. Una mobilitazione e una determinazione che hanno reso inefficaci tutte le misure di controllo preventivo e repressivo, dal decreto sicurezza, alle zone rosse, fino alla militarizzazione del territorio.
Oggi il solco tra la gente solidale alla Palestina e le classi dominanti che allevano i mostri sionisti è sempre più profondo: èchiaro il legame della solidarietà tra gli oppressi ed è altrettanto chiaro l’isolamento degli oppressori. Un movimento di massa contro lo sterminio di un popolo e contro la guerra imperialista è esploso e non sarà facile per i criminali imperialisti ricacciarlo indietro. Non a caso proprio oggi Giorgia Meloni ha dichiarato di essere disposta a riconoscere uno Stato di Palestina, parole di facciata che nascondono la grande paura della controparte nel vedere le masse che si mettono nel campo della lotta.
Questa grande spontaneità sta rideterminando un rapporto di forza che si dovrà riuscire a riversare anche nei posti di lavoro, nell’università e nelle scuole.
A questa grande spontaneità e determinazione va corrisposta la prospettiva dell’organizzazione dei lavoratori e dei proletari contro un sistema in putrefazione e contro le sue classi dominanti criminali che vogliono trascinare l’umanità nel baratro di una nuova guerra mondiale.
L’unità tra la lotta di liberazione dei i popoli oppressi e la lotta di classe dei lavoratori e delle masse popolari nelle metropoli imperialiste è la strada da seguire. L’organizzazione dei comunisti è lo strumento da costruire.
🔻Continuiamo ad opporci all’avanzata della guerra imperialista, per farla finita con questo sistema di sfruttamento, morte e oppressione!
Al fianco di tutti i fermati e gli arrestati.
Morte all’imperialismo! Libertà ai popoli
Resistere per Vincere!
Antitesi – Organizzazione comunista
👉 https://antitesirivista.org/volantini-e-comunicati/la-palestina-in-piazza/
La parola d’ordine “blocchiamo tutto” è stata perseguita ovunque con determinazione: dall’assedio alla stazione centrale di Milano al blocco del traffico ferroviario a Napoli; dai blocchi dei porti a Genova, Trieste, Venezia, Ravenna e Catania, fino a quelli di tangenziali e autostrade come a Bologna, Firenze e Roma.
Grande è stata la partecipazione in cortei enormi che non si vedevano da decenni, grande è stata la determinazione a perseguire il risultato dei blocchi anche a fronte di cariche, lacrimogeni e idranti.
🚩 Un popolo in piazza a fianco della Resistenza, e contro una classe dirigente nostrana complice del genocidio dei palestinesi e responsabile delle politiche contro i lavoratori e le masse popolari degli ultimi anni nel nostro paese. Una mobilitazione e una determinazione che hanno reso inefficaci tutte le misure di controllo preventivo e repressivo, dal decreto sicurezza, alle zone rosse, fino alla militarizzazione del territorio.
Oggi il solco tra la gente solidale alla Palestina e le classi dominanti che allevano i mostri sionisti è sempre più profondo: èchiaro il legame della solidarietà tra gli oppressi ed è altrettanto chiaro l’isolamento degli oppressori. Un movimento di massa contro lo sterminio di un popolo e contro la guerra imperialista è esploso e non sarà facile per i criminali imperialisti ricacciarlo indietro. Non a caso proprio oggi Giorgia Meloni ha dichiarato di essere disposta a riconoscere uno Stato di Palestina, parole di facciata che nascondono la grande paura della controparte nel vedere le masse che si mettono nel campo della lotta.
Questa grande spontaneità sta rideterminando un rapporto di forza che si dovrà riuscire a riversare anche nei posti di lavoro, nell’università e nelle scuole.
A questa grande spontaneità e determinazione va corrisposta la prospettiva dell’organizzazione dei lavoratori e dei proletari contro un sistema in putrefazione e contro le sue classi dominanti criminali che vogliono trascinare l’umanità nel baratro di una nuova guerra mondiale.
L’unità tra la lotta di liberazione dei i popoli oppressi e la lotta di classe dei lavoratori e delle masse popolari nelle metropoli imperialiste è la strada da seguire. L’organizzazione dei comunisti è lo strumento da costruire.
🔻Continuiamo ad opporci all’avanzata della guerra imperialista, per farla finita con questo sistema di sfruttamento, morte e oppressione!
Al fianco di tutti i fermati e gli arrestati.
Morte all’imperialismo! Libertà ai popoli
Resistere per Vincere!
Antitesi – Organizzazione comunista
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Assata Shakur, deceduta ieri a Cuba, membro delle Black Panther e del Black Liberation Army, ha dedicato la sua vita alla lotta contro il razzismo, l’oppressione e lo sfruttamento del sistema capitalista.
Onore a chi ha combattuto per la libertà e a chi ancora combatte per costruire un mondo migliore: senza più classi, guerra e sfruttamento ✊🏾🔥
Antitesi - Organizzazione Comunista
Onore a chi ha combattuto per la libertà e a chi ancora combatte per costruire un mondo migliore: senza più classi, guerra e sfruttamento ✊🏾🔥
Antitesi - Organizzazione Comunista
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🔻 ROMPERE L'ASSEDIO, CON LA RESISTENZA PALESTINESE! 🔻
A due anni dall’Operazione Diluvio di Al Aqsa, il 7 ottobre resta come una frattura nella storia: il giorno in cui la Resistenza palestinese ha dimostrato al mondo che il nemico sionista non è invulnerabile, che può essere colpito e dunque sconfitto.
Due anni di massacri non hanno piegato la Resistenza e il popolo palestinese, che continuano a sfidare l’apparato coloniale, mettendone a nudo le crepe, mostrando la fragilità dell’entità sionista.
Gaza, cuore pulsante della Resistenza, continua a combattere sotto le macerie e le bombe. Nonostante il tentativo di distruggerla, essa si è trasformata in una base viva per l’offensiva contro il nemico. Da questa trincea di sangue, la Resistenza Palestinese ha trovato eco nelle piazze di tutto il mondo, dove masse popolari hanno portato il proprio sostegno alla Resistenza Palestinese, al popolo palestinese e alla sua lotta.
A due anni dall’Operazione Diluvio di Al Aqsa, il 7 ottobre resta come una frattura nella storia: il giorno in cui la Resistenza palestinese ha dimostrato al mondo che il nemico sionista non è invulnerabile, che può essere colpito e dunque sconfitto.
Due anni di massacri non hanno piegato la Resistenza e il popolo palestinese, che continuano a sfidare l’apparato coloniale, mettendone a nudo le crepe, mostrando la fragilità dell’entità sionista.
Gaza, cuore pulsante della Resistenza, continua a combattere sotto le macerie e le bombe. Nonostante il tentativo di distruggerla, essa si è trasformata in una base viva per l’offensiva contro il nemico. Da questa trincea di sangue, la Resistenza Palestinese ha trovato eco nelle piazze di tutto il mondo, dove masse popolari hanno portato il proprio sostegno alla Resistenza Palestinese, al popolo palestinese e alla sua lotta.
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🔻 La continuità della Resistenza ha squarciato il velo dell’indifferenza, risvegliato coscienze e generato mobilitazioni di masse. Non solo palestinesi e arabi in diaspora, ma anche lavoratori, studenti, donne e proletari nei paesi imperialisti hanno visto nella Palestina lo specchio della propria condizione di oppressione e sfruttamento.
Da questa solidarietà è nato un movimento mondiale contro la guerra e l’imperialismo. In Italia si è espresso nelle grandi manifestazioni popolari, negli scioperi e nelle flotte di aiuti partite dai nostri porti: un entusiasmo che né le istituzioni né i nuovi dispositivi repressivi, come il dl 1660, hanno potuto soffocare.
La Palestina è oggi la principale contraddizione che lacera l’imperialismo occidentale, pronto a trascinarci verso una terza guerra mondiale pur di mantenere il dominio. Sostenere la Resistenza è quindi non solo un dovere morale, ma una necessità politica.
La Resistenza palestinese insegna che l’assedio si può rompere unendosi e combattendo; anche qui, nel cuore dell’imperialismo, dobbiamo trasformare la guerra imperialista in guerra di classe contro chi ci sfrutta, ci affama e ci opprime. Dobbiamo opporci al riarmo che saccheggia le risorse a sanità, scuola, welfare; dobbiamo combattere il regime di guerra interna che il governo vuole imporre per piegare il dissenso e avere un fronte interno pacificato.
Le masse hanno visto nel 7 ottobre un simbolo di riscossa, un emblema della lotta contro l’oppressione dei popoli e contro il colonialismo che gli imperialisti praticano ogni giorno.
🚩 Il 4 ottobre saremo in piazza per affermare il ruolo della Resistenza, per denunciare il nostro imperialismo che sostiene il progetto sionista, e per gridare forte che anche qui, nelle nostre città e nei nostri luoghi di lavoro, bisogna resistere per vincere.
Antitesi - Organizzazione Comunista
👉 https://antitesirivista.org/volantini-e-comunicati/rompere-lassedio-con-la-resistenza-palestinese/
Da questa solidarietà è nato un movimento mondiale contro la guerra e l’imperialismo. In Italia si è espresso nelle grandi manifestazioni popolari, negli scioperi e nelle flotte di aiuti partite dai nostri porti: un entusiasmo che né le istituzioni né i nuovi dispositivi repressivi, come il dl 1660, hanno potuto soffocare.
La Palestina è oggi la principale contraddizione che lacera l’imperialismo occidentale, pronto a trascinarci verso una terza guerra mondiale pur di mantenere il dominio. Sostenere la Resistenza è quindi non solo un dovere morale, ma una necessità politica.
La Resistenza palestinese insegna che l’assedio si può rompere unendosi e combattendo; anche qui, nel cuore dell’imperialismo, dobbiamo trasformare la guerra imperialista in guerra di classe contro chi ci sfrutta, ci affama e ci opprime. Dobbiamo opporci al riarmo che saccheggia le risorse a sanità, scuola, welfare; dobbiamo combattere il regime di guerra interna che il governo vuole imporre per piegare il dissenso e avere un fronte interno pacificato.
Le masse hanno visto nel 7 ottobre un simbolo di riscossa, un emblema della lotta contro l’oppressione dei popoli e contro il colonialismo che gli imperialisti praticano ogni giorno.
🚩 Il 4 ottobre saremo in piazza per affermare il ruolo della Resistenza, per denunciare il nostro imperialismo che sostiene il progetto sionista, e per gridare forte che anche qui, nelle nostre città e nei nostri luoghi di lavoro, bisogna resistere per vincere.
Antitesi - Organizzazione Comunista
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Forwarded from Antitesi - Trieste
TUTTI E TUTTE A UDINE IL 14 OTTOBRE!
Martedì 14 Ottobre alle ore 17:30 in piazza della Repubblica ad Udine ci sarà un corteo promosso da diverse realtà per contestare la presenza della squadra nazionale dell'entità sionista. Si tratta di squadra composta da giocatori-soldato, i quali inneggiano alla distruzione totale di Gaza, dedicando i propri successi, come hanno fatto a giugno 2025 dopo la partita contro l’Estonia, all’esercito che sta commettendo il genocidio del popolo palestinese.
Martedì 14 Ottobre alle ore 17:30 in piazza della Repubblica ad Udine ci sarà un corteo promosso da diverse realtà per contestare la presenza della squadra nazionale dell'entità sionista. Si tratta di squadra composta da giocatori-soldato, i quali inneggiano alla distruzione totale di Gaza, dedicando i propri successi, come hanno fatto a giugno 2025 dopo la partita contro l’Estonia, all’esercito che sta commettendo il genocidio del popolo palestinese.
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Forwarded from Antitesi - Trieste
La volontà di portare a compimento questa manifestazione sportiva rientra pienamente nella stretta alleanza tra classe dominante italiana e sionisti: alla feroce repressione nei confronti di chi contesta la partecipazione attiva dell'Italia al genocidio, viene accompagnato un tentativo di normalizzazione dell'entità sionista. Ciò avviene a livello di sport ma non solo: intrattenimento, cultura, università.
Impedire all'entità sionista di avere respiro è necessario non solo sul campo dei traffici commerciali, come dimostrato dai blocchi dei porti nella giornata del 22 Settembre, ma anche sul campo della legittimazione generale del regime genocida, quindi anche a livello sportivo. Assieme alla Resistenza Palestinese, diamo un calcio al sionismo per mandarlo fuori dalla storia!
NESSUNA NORMALIZZAZIONE CON L'ENTITÀ SIONISTA!
BOICOTTIAMO IL SIONISMO E I SUOI COMPLICI!
PALESTINA LIBERA, RESISTENZA VINCERÀ!
Antitesi - Trieste
antitesi_trieste@inventati.org
Impedire all'entità sionista di avere respiro è necessario non solo sul campo dei traffici commerciali, come dimostrato dai blocchi dei porti nella giornata del 22 Settembre, ma anche sul campo della legittimazione generale del regime genocida, quindi anche a livello sportivo. Assieme alla Resistenza Palestinese, diamo un calcio al sionismo per mandarlo fuori dalla storia!
NESSUNA NORMALIZZAZIONE CON L'ENTITÀ SIONISTA!
BOICOTTIAMO IL SIONISMO E I SUOI COMPLICI!
PALESTINA LIBERA, RESISTENZA VINCERÀ!
Antitesi - Trieste
antitesi_trieste@inventati.org
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RILANCIAMO LA SOLIDARIETÀ AD ANAN
Oltre a rallentamenti del processo, di modo da non arrivare alla sentenza nel pieno delle mobilitazioni di massa per la Palestina, vi è stata un'ulteriore mossa repressiva da parte dello Stato italiano contro Anan.
Dopo un partecipato presidio sotto il carcere di Terni, Anan è stato trasferito al carcere di Melfi per cercare di isolarlo.
Non lasciamolo solo! Rilanciamo ancora di più la solidarietà! Scriviamogli una lettera o una cartolina a questo indirizzo:
Anan Yaeesh
Casa Circondariale di Melfi
Via Lecce
85025
Melfi (PZ)
Oltre a rallentamenti del processo, di modo da non arrivare alla sentenza nel pieno delle mobilitazioni di massa per la Palestina, vi è stata un'ulteriore mossa repressiva da parte dello Stato italiano contro Anan.
Dopo un partecipato presidio sotto il carcere di Terni, Anan è stato trasferito al carcere di Melfi per cercare di isolarlo.
Non lasciamolo solo! Rilanciamo ancora di più la solidarietà! Scriviamogli una lettera o una cartolina a questo indirizzo:
Anan Yaeesh
Casa Circondariale di Melfi
Via Lecce
85025
Melfi (PZ)
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4 Ottobre 2025: “Siamo tutti palestinesi!!!”
Questo è l'appello che più di altri sintetizza la scesa in piazza a fianco della Resistenza in Palestina di milioni di persone nella manifestazione di Roma, e in tutte le altre centinaia che hanno caratterizzato queste giornate gloriose e memorabili, dalle grandi metropoli alle più piccole città.
Questo è l'appello che più di altri sintetizza la scesa in piazza a fianco della Resistenza in Palestina di milioni di persone nella manifestazione di Roma, e in tutte le altre centinaia che hanno caratterizzato queste giornate gloriose e memorabili, dalle grandi metropoli alle più piccole città.
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Un appello che unisce gli oppressi contro gli oppressori nella consapevolezza che quello che tocca ai palestinesi toccherà sempre di più a tutti. Un appello che trasforma la solidarietà al popolo palestinese, nella sua lotta contro l'occupazione coloniale sionista, in occasione di rivolta di massa contro l'ordine imperialista dell'oligarchia finanziaria occidentale, e i suoi piani di riarmo, guerra e distruzione.
La Resistenza palestinese ha dovuto e voluto incunearsi nelle contraddizioni di questa nostra epoca ed è diventata il più grande centro di mobilitazione nel nostro paese come nel mondo. Ha riempito il vuoto di centri di mobilitazione creato dalle classi dirigenti e dalle consorterie politiche-sindacali al loro servizio. Ha innescato un onda di mobilitazione che ha imposto il superamento dei settarismi, dell'attendismo, della passività e della sottomissione che ingabbiavano l'espressione delle masse.
Oggi, sull'onda della Flottilia, è in piedi un movimento di massa che non si vedeva da decenni e che faranno molta fatica a ricacciare in ginocchio. Un movimento di larghe masse che unisce i lavoratori con gli studenti, che vede uno spiccato protagonismo delle donne e la massiccia scesa in campo di giovani e giovanissimi.
Questa grande unità tra figure sociali e generazioni esprime anche una grande determinazione. L'indicazione del “Blocchiamo tutto” è stata decisamente perseguita, e ove c'è stato lo scontro non ci si è tirati indietro, vanificando gli effetti di tutte le misure preventive di controllo e repressione messe in campo: dai decreti sicurezza alla zone rosse. Anche la trita e ritrita linea opportunista di mettere “buoni contro cattivi” non trova spazio e si riduce a un balbettio per lo più mediatico che non riesce a coprire le provocazioni poliziesche e gli attacchi repressivi ai cortei
La grande partecipazione di giovani è uno dei dati più rilevanti e mostra il rifiuto del futuro-presente dello stato di guerra che cresce nella nuova generazione, che si voleva abulica e lobotomizzata con controllo, meritocrazia, precarietà, individualizzazione e repressione. Una generazione che oggi scende in campo con la freschezza della sua prima, e costituente, determinazione collettiva per rivendicare un presente-futuro senza guerra ed oppressione.
Questo enorme movimento nella misura in cui si riverserà nei settori, dalla fabbrica, all'università, alla scuola, al pubblico impiego, ai servizi, potrà creare un clima nuovo che rafforzerà ogni singola lotta ponendo basi per la ricostruzione di un rapporto di forza generale favorevole. Il collante dell'appoggio alla Resistenza in Palestina gli dà già il carattere della critica radicale dell'imperialismo e del suo futuro di guerra e lo connota come movimento contro lo Stato di guerra, contro il riarmo e il modello produttivo del keynesismo militare, che i sionisti sperimentano sulla pelle dei palestinesi e dei popoli arabi e la borghesia imperialista impone ovunque per far fronte alla crisi del capitalismo.
“Nessun chiodo per Israele” è l'indicazione dei portuali, la linea di condotta che si riflette e si rifletterà nel sabotaggio del progetto coloniale sionista, con mobilitazioni in diverse situazioni dai porti alle università.
La complicità dell'oligarchia finanziaria e delle classi dirigenti occidentali con il progetto genocida sionista rende evidente che la posta in gioco è alta e che la lotta contro il sionismo è lotta contro l'imperialismo. Mentre la grande ondata di mobilitazioni di questi giorni rende evidente la crisi di egemonia e l'isolamento di queste classi dirigenti.
“Grande è la confusione sotto il cielo, dunque la situazione è eccellente”, come chiarisce il Presidente Mao Tze Tung, se ci sono masse in movimento e partito comunista che le dirige. Ai comunisti spetta il compito di colmare il ritardo nella costruzione di una prospettiva rivoluzionaria che ponga fine a questo sistema di miseria, guerra e sfruttamento.
Oggi le masse sono in movimento. Organizziamoci per resistere e per vincere.
Morte all'imperialismo – Libertà ai popoli!
La Resistenza palestinese ha dovuto e voluto incunearsi nelle contraddizioni di questa nostra epoca ed è diventata il più grande centro di mobilitazione nel nostro paese come nel mondo. Ha riempito il vuoto di centri di mobilitazione creato dalle classi dirigenti e dalle consorterie politiche-sindacali al loro servizio. Ha innescato un onda di mobilitazione che ha imposto il superamento dei settarismi, dell'attendismo, della passività e della sottomissione che ingabbiavano l'espressione delle masse.
Oggi, sull'onda della Flottilia, è in piedi un movimento di massa che non si vedeva da decenni e che faranno molta fatica a ricacciare in ginocchio. Un movimento di larghe masse che unisce i lavoratori con gli studenti, che vede uno spiccato protagonismo delle donne e la massiccia scesa in campo di giovani e giovanissimi.
Questa grande unità tra figure sociali e generazioni esprime anche una grande determinazione. L'indicazione del “Blocchiamo tutto” è stata decisamente perseguita, e ove c'è stato lo scontro non ci si è tirati indietro, vanificando gli effetti di tutte le misure preventive di controllo e repressione messe in campo: dai decreti sicurezza alla zone rosse. Anche la trita e ritrita linea opportunista di mettere “buoni contro cattivi” non trova spazio e si riduce a un balbettio per lo più mediatico che non riesce a coprire le provocazioni poliziesche e gli attacchi repressivi ai cortei
La grande partecipazione di giovani è uno dei dati più rilevanti e mostra il rifiuto del futuro-presente dello stato di guerra che cresce nella nuova generazione, che si voleva abulica e lobotomizzata con controllo, meritocrazia, precarietà, individualizzazione e repressione. Una generazione che oggi scende in campo con la freschezza della sua prima, e costituente, determinazione collettiva per rivendicare un presente-futuro senza guerra ed oppressione.
Questo enorme movimento nella misura in cui si riverserà nei settori, dalla fabbrica, all'università, alla scuola, al pubblico impiego, ai servizi, potrà creare un clima nuovo che rafforzerà ogni singola lotta ponendo basi per la ricostruzione di un rapporto di forza generale favorevole. Il collante dell'appoggio alla Resistenza in Palestina gli dà già il carattere della critica radicale dell'imperialismo e del suo futuro di guerra e lo connota come movimento contro lo Stato di guerra, contro il riarmo e il modello produttivo del keynesismo militare, che i sionisti sperimentano sulla pelle dei palestinesi e dei popoli arabi e la borghesia imperialista impone ovunque per far fronte alla crisi del capitalismo.
“Nessun chiodo per Israele” è l'indicazione dei portuali, la linea di condotta che si riflette e si rifletterà nel sabotaggio del progetto coloniale sionista, con mobilitazioni in diverse situazioni dai porti alle università.
La complicità dell'oligarchia finanziaria e delle classi dirigenti occidentali con il progetto genocida sionista rende evidente che la posta in gioco è alta e che la lotta contro il sionismo è lotta contro l'imperialismo. Mentre la grande ondata di mobilitazioni di questi giorni rende evidente la crisi di egemonia e l'isolamento di queste classi dirigenti.
“Grande è la confusione sotto il cielo, dunque la situazione è eccellente”, come chiarisce il Presidente Mao Tze Tung, se ci sono masse in movimento e partito comunista che le dirige. Ai comunisti spetta il compito di colmare il ritardo nella costruzione di una prospettiva rivoluzionaria che ponga fine a questo sistema di miseria, guerra e sfruttamento.
Oggi le masse sono in movimento. Organizziamoci per resistere e per vincere.
Morte all'imperialismo – Libertà ai popoli!
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Forwarded from Antitesi - Trieste
SOLIDARIETÀ AGLI ARRESTATI, LA MOBILITAZIONE CONTINUA!
Ieri a Udine 15 mila persone hanno manifestato contro la partita della vergogna e in appoggio alla Resistenza Palestinese. Alla fine ufficiale del corteo, la determinazione di una sua parte a proseguire la manifestazione verso la zona dello stadio ha trovato la risposta repressiva dello Stato, con lacrimogeni, idranti, arresti e fogli di via. A questi compagni va la nostra incondizionata solidarietà: tutte la resistenze popolari, in primis quella palestinese, ci insegnano l'importanza dell'unità rispetto alla repressione. Promuoveremo eventuali mobilitazioni in loro appoggio, perché nessuno va lasciato solo difronte alla "giustizia" dei padroni.
SE TOCCANO UNO TOCCANO TUTTI!
PER TUTTI I COMPAGNI LIBERTÀ, RILANCIAMO LA SOLIDARIETÀ!
PALESTINA LIBERA, RESISTENZA VINCERÀ!
antitesi_trieste@inventati.org
Ieri a Udine 15 mila persone hanno manifestato contro la partita della vergogna e in appoggio alla Resistenza Palestinese. Alla fine ufficiale del corteo, la determinazione di una sua parte a proseguire la manifestazione verso la zona dello stadio ha trovato la risposta repressiva dello Stato, con lacrimogeni, idranti, arresti e fogli di via. A questi compagni va la nostra incondizionata solidarietà: tutte la resistenze popolari, in primis quella palestinese, ci insegnano l'importanza dell'unità rispetto alla repressione. Promuoveremo eventuali mobilitazioni in loro appoggio, perché nessuno va lasciato solo difronte alla "giustizia" dei padroni.
SE TOCCANO UNO TOCCANO TUTTI!
PER TUTTI I COMPAGNI LIBERTÀ, RILANCIAMO LA SOLIDARIETÀ!
PALESTINA LIBERA, RESISTENZA VINCERÀ!
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🚩 LOTTA DI CLASSE: LA PARTITA NON È CHIUSA
Sabato a Firenze migliaia di persone sono scese in piazza al fianco dei lavoratori ex-Gkn, a difesa della fabbrica occupata che da quasi 5 anni resiste all'attacco che il capitale porta avanti sulla pelle della classe lavoratrice a colpi di sfruttamento, speculazione finanziaria e delocalizzazione.
Dopo quasi cinque anni di resistenza e 15 mesi senza stipendio, sabato la rabbia operaia e popolare si è espressa nell'occupazione dell'aeroporto di Firenze, in continuità con la parola d'ordine "blocchiamo tutto" e le pratiche conflittuali sviluppate nelle scorse settimane dal movimento di solidarietà con la Palestina, per mandare un messaggio chiaro: la partita non è chiusa! Il futuro irrompe, nonostante tutte le promesse infrante dalle istituzioni, dalla Regione Toscana, e dalle burocrazie sindacali e di partito.
Sabato a Firenze migliaia di persone sono scese in piazza al fianco dei lavoratori ex-Gkn, a difesa della fabbrica occupata che da quasi 5 anni resiste all'attacco che il capitale porta avanti sulla pelle della classe lavoratrice a colpi di sfruttamento, speculazione finanziaria e delocalizzazione.
Dopo quasi cinque anni di resistenza e 15 mesi senza stipendio, sabato la rabbia operaia e popolare si è espressa nell'occupazione dell'aeroporto di Firenze, in continuità con la parola d'ordine "blocchiamo tutto" e le pratiche conflittuali sviluppate nelle scorse settimane dal movimento di solidarietà con la Palestina, per mandare un messaggio chiaro: la partita non è chiusa! Il futuro irrompe, nonostante tutte le promesse infrante dalle istituzioni, dalla Regione Toscana, e dalle burocrazie sindacali e di partito.
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Quali sono quindi le lezioni da trarre dall'esperienza della Gkn? In questi anni, il Collettivo di Fabbrica è riuscito a trasformare una vertenza economica in una grande storia di riscatto e resistenza, trasformando la fabbrica da luogo di sfruttamento in un punto nevralgico di lotta e solidarietà per tutto il territorio.
Gli operai in lotta hanno saputo aggregare attorno a sé un vasto movimento di opposizione sociale, non solo con la proposta di reindustrializzazione ecologica basata sul controllo operaio e sociale della produzione, ma catalizzando la mobilitazione di vasti settori sociali contro il complesso dell'economia di guerra e le politiche di riarmo globale, contro l'attacco al salario, ai diritti ed allo stato sociale, passando per la necessità della transizione ecologica.
I continui tentativi della sinistra borghese di dirottare le rivendicazioni operaie dentro il tranello del riformismo s’infrangono contro una crisi strutturale che ormai concede pochissimi spazi in questo senso, svelando ancora una volta il loro volto al servizio del capitale. Dopo quasi cinque anni di continue false promesse da parte delle istituzioni, la giornata di sabato, conclusa con l'occupazione dell'aeroporto, segna un momento di rottura, che dimostra non solo la rabbia, ma anche la determinazione e un salto di qualità del movimento.
🚩 Come più volte la storia della lotta di classe ha dimostrato non sono i tavoli di trattativa né ampi movimenti solidali di per sé a determinare degli avanzamenti per le lotte operaie, ma la capacità di queste di imporsi e imporre un rapporto di forza concreto come problema per l’ordine pubblico, occupando una fabbrica, organizzando picchetti, blocchi della produzione e della circolazione delle merci.
Mentre la crisi strutturale del capitalismo mostra, con lo stato di guerra, il suo vero volto, l'esperienza della Gkn insegna che il protagonismo della classe, fuori dalle burocrazie sindacali e da ogni vincolo di compatibilità imposto, può e deve dirigere le lotte per costruire rapporti di forza reali nei posti di lavoro e in tutta la società, nella prospettiva di una rottura realmente rivoluzionaria con questo sistema che produce solo sfruttamento, miseria e guerra.
Quando la classe lavoratrice è cosciente e organizzata, è possibile imporre dei rapporti di forza in grado di resistere a disoccupazione, speculazione e repressione - e per porre le basi per la costruzione di una società più giusta senza guerra e sfruttamento.
🚩 La sfida che abbiamo di fronte oggi è perseguire l’obiettivo di costruire l’Organizzazione in grado di rappresentare la sintesi degli interessi generali della classe operaia e delle masse masse popolari e di agire dentro le contraddizioni, con la prospettiva della lotta politica per conquistare il potere e ribaltare questo sistema.
Antitesi Organizzazione Comunista - Firenze
Gli operai in lotta hanno saputo aggregare attorno a sé un vasto movimento di opposizione sociale, non solo con la proposta di reindustrializzazione ecologica basata sul controllo operaio e sociale della produzione, ma catalizzando la mobilitazione di vasti settori sociali contro il complesso dell'economia di guerra e le politiche di riarmo globale, contro l'attacco al salario, ai diritti ed allo stato sociale, passando per la necessità della transizione ecologica.
I continui tentativi della sinistra borghese di dirottare le rivendicazioni operaie dentro il tranello del riformismo s’infrangono contro una crisi strutturale che ormai concede pochissimi spazi in questo senso, svelando ancora una volta il loro volto al servizio del capitale. Dopo quasi cinque anni di continue false promesse da parte delle istituzioni, la giornata di sabato, conclusa con l'occupazione dell'aeroporto, segna un momento di rottura, che dimostra non solo la rabbia, ma anche la determinazione e un salto di qualità del movimento.
🚩 Come più volte la storia della lotta di classe ha dimostrato non sono i tavoli di trattativa né ampi movimenti solidali di per sé a determinare degli avanzamenti per le lotte operaie, ma la capacità di queste di imporsi e imporre un rapporto di forza concreto come problema per l’ordine pubblico, occupando una fabbrica, organizzando picchetti, blocchi della produzione e della circolazione delle merci.
Mentre la crisi strutturale del capitalismo mostra, con lo stato di guerra, il suo vero volto, l'esperienza della Gkn insegna che il protagonismo della classe, fuori dalle burocrazie sindacali e da ogni vincolo di compatibilità imposto, può e deve dirigere le lotte per costruire rapporti di forza reali nei posti di lavoro e in tutta la società, nella prospettiva di una rottura realmente rivoluzionaria con questo sistema che produce solo sfruttamento, miseria e guerra.
Quando la classe lavoratrice è cosciente e organizzata, è possibile imporre dei rapporti di forza in grado di resistere a disoccupazione, speculazione e repressione - e per porre le basi per la costruzione di una società più giusta senza guerra e sfruttamento.
🚩 La sfida che abbiamo di fronte oggi è perseguire l’obiettivo di costruire l’Organizzazione in grado di rappresentare la sintesi degli interessi generali della classe operaia e delle masse masse popolari e di agire dentro le contraddizioni, con la prospettiva della lotta politica per conquistare il potere e ribaltare questo sistema.
Antitesi Organizzazione Comunista - Firenze
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