Resistere per vincere!
5 ottobre tutti in piazza! Con la Resistenza e il popolo palestinese fino alla vittoria!
25 settembre 2024
Come promesso alla Comunità Sionista, il ministro Piantedosi ha vietato le manifestazioni del 5 ottobre a Roma. Era nell’aria e stupisce fino ad un certo punto. È il regime della “guerra interna” che avanza, con l’obiettivo di blindare le retrovie mentre promuove e partecipa al processo di guerra imperialista globale, nella quale il sostegno all’entità sionista è parte integrante.
Un anno è passato dall’inizio dell’operazione Diluvio di Al Aqsa condotta unitamente dalle forze della resistenza palestinese. L’offensiva si inserisce nella guerra popolare di lunga durata che il popolo palestinese sta conducendo da oltre settant’anni contro il colonialismo d’insediamento sionista. Fino al giorno prima l’occupazione della Palestina sembrava procedere quasi indisturbata nel soffocare la più grande prigione a cielo aperto che è Gaza, nell’espansione delle colonie e nello stillicidio dei palestinesi in Cisgiordania. Ma l’araba fenice ha squarciato il silenzio, ha invertito la tendenza alla normalizzazione del colonialismo sionista, imponendo nuovamente l’attenzione sulla lotta del popolo palestinese e, infine, ha tolto la maschera “dell’unica democrazia del Medio Oriente”.
Il 7 ottobre ha definito una nuova equazione, ovvero che il nemico sionista può essere colpito e quindi può essere sconfitto. La capacità della Resistenza Palestinese di continuare a tenere il nemico impegnato dopo un anno di massacri fa tremare il progetto coloniale. L’egemonia sionista si regge sulla capacità di difesa ed espansione del colonialismo d’insediamento, la sua esistenza è legata alla garanzia di proteggere i propri coloni. Senza questa assicurazione le basi del progetto coloniale sono in discussione, come possiamo vedere dalla crisi politica che attraversa il governo di Tel Aviv, minacciato da chi vorrebbe un accordo sugli ostaggi nella speranza di ritornare ad una normalizzazione dell’occupazione, chi invece vorrebbe che Netanyahu spingesse l’acceleratore sul piano di pulizia etnica e chi invece scappa abbandonando la barca.
È la sconfitta politica e militare dell’entità sionista in Palestina a spingere il governo di Tel Aviv a regionalizzare lo scontro, prima con omicidi mirati contro elementi dell’Asse della Resistenza e del regime iraniano, con attentati terroristici e oggi con i bombardamenti contro il Libano. La Resistenza Palestinese, così come quella dei popoli di tutto il Medio Oriente, è una spina nel fianco del progetto coloniale e dell’imperialismo Usa, rappresentando un ostacolo ai tentativi egemonici nell’area e aggravando la crisi che investe in generale l’imperialismo occidentale, il quale spinge verso la terza guerra mondiale per difendere e riaffermare il proprio dominio.
Le massicce manifestazioni in tutto il mondo hanno sottolineato la distanza tra il sostegno al sionismo e al genocidio del popolo palestinese dei propri governanti e il sostegno alla Resistenza delle masse popolari, le quali hanno trovato nel 7 ottobre un simbolo ideale di riscossa, un emblema della lotta quanto mai necessaria contro l’oppressione dei popoli e il colonialismo che il proprio imperialismo conduce quotidianamente.
Il 5 ottobre saremo in piazza per rivendicare il ruolo della Resistenza, per lottare contro il nostro imperialismo che sostiene il progetto sionista e per ribadire a gran voce che anche a casa nostra bisogna resistere per vincere. Oggi resistere significa opporsi con qualunque mezzo ai divieti di manifestare, ai decreti legge che impongono il regime di guerra interna, significa lottare contro l’avanzare della tendenza alla guerra imperialista in ogni campo. Resistere per vincere!
Antitesi