Avvoltoi e iene su Damasco
8 dicembre 2024
Il vero vincitore della “rivoluzione contro Assad” non è il popolo siriano, ma i mandanti esterni della distruzione della Repubblica Araba di Siria cioè gli imperialisti statunitensi, il regime coloniale sionista e l’espansionismo turco.
Servirà tempo per capire fino in fondo le implicazione di quanto avvenuto, ma riannodando i fili degli ultimi dodici anni di aggressione imperialista possiamo affermare che la sua linea di frantumazione e disarticolazione ha avuto alla fine la meglio sulla linea di difesa nazionale e di tenuta politica della Siria degli Assad. In Siria dal 2012 ad oggi hanno agito forze interne ed esterne al contesto siriano, legate ognuna di esse ad attori internazionali che non sono riusciti fino ad oggi a trovare una quadra sul dopo Assad. Sulla Siria volteggiavano gli appetiti di sionisti, yankee, turchi ma anche di qatarioti, sauditi, emiratini ecc., ognuno con i propri interessi economici ed espansionistici, che hanno portato molteplici volte allo scontro interno tra le fazioni che compongono i sedicenti “ribelli siriani” e tra queste e gli interessi occidentali. Fino ad oggi, sul campo, non erano riusciti a trovare un’unità che consentisse di ribaltare i rapporti di forza con l’Esercito Arabo Siriano. Tanto che le stesse forze occidentali, Usa in testa, si sono dovute affidare a più proxy sul campo per difendere i propri interessi, vedi ad esempio il rapporto degli Usa da un lato con i curdi dell’Sdf e dall’altro con le forze islamiste sunnite. Purtroppo, l’area di Idlib, dove erano stati confinati i “ribelli” dopo gli accordi di Astana – portati avanti dal 2016 tra Iran, Turchia e Russia – è stata funzionale ad una loro straordinaria riorganizzazione politico-militare sotto l’egida di Ankara. Al momento giusto, questa potenza militare è stata dispiegata travolgendo rapidamente le forze siriane, colpite nel frattempo da centinaia di bombardamenti sionisti, parte della ritorsione all’Operazione Diluvio di Al Aqsa, nonché approfittando del disimpegno siriano di Hezbollah, concentratosi nel sostegno alla Palestina e nella difesa del Libano. Sarebbe da ciechi non vedere il filo che lega il cessate il fuoco in Libano e la sortita dei “ribelli siriani”: gli imperialisti e i sionisti non sono riusciti a sfondare nel paese dei cedri e hanno dovuto dare il via libera al piano di abbattimento della Repubblica Araba di cui la Turchia rimane il principale attore diretto.
Il dato principale che possiamo trarre è che la “mezzaluna sciita”, pilastro di quell’Asse della Resistenza che rappresenta il principale bastione antagonista agli interessi imperialisti nel Medio Oriente, si è rotta. Significa che la profondità strategica e le capacità di rifornimento della Resistenza, Libanese e Palestinese, subisce un duro colpo. Significa che da oggi quelle masse arabe che stanno resistendo sotto i colpi dell’aggressione sionista da anni, sono più isolate. Questo è il dato che pesa maggiormente. La Repubblica Araba Siriana e la sua “vittoria temporanea” sul tentativo di regime change orchestrato dagli Usa, nel 2015, avevano aperto uno spartiacque tra le operazioni di esportazioni della democrazia a stelle e strisce. Anche su questa base la resistenza antimperialista in Medio Oriente era riuscita ad accumulare forze e capacità per mettere in seria difficoltà il nemico sionista e yankee, come ha dimostrano l’Operazione Diluvio di Al Aqsa.
Con la caduta della Repubblica Araba di Siria siamo di fronte alla prima vittoria sul campo degli Usa e dei sionisti. Questa apre la strada ad un aggravarsi della regionalizzazione del conflitto tanto auspicato da Tel Aviv che mette nel mirino Hezbollah, Iran, Yemen, ecc. e che oggi vede un suo pezzo fondamentale venir meno.
Chi pensa che la caduta di Assad ci consegnerà una Siria libera e pacificata sbaglia. Quanto avvenuto in Afghanistan, Iraq, Libia e Ucraina dopo gli interventi imperialisti e le “rivoluzioni colorate” parla chiaro.
Avvoltoi e iene oggi festeggiano su Damasco. Siamo sicuri che il popolo siriano, che tanto sangue ha dovuto versare per difendere il proprio diritto all’autodeterminazione e all’integrità del proprio territorio non chinerà mai la testa e troverà nuove forze e nuove vie per scrivere ancora pagine di resistenza e liberazione.
Bando al pessimismo, rilanciamo la lotta contro la guerra imperialista, al fianco della resistenza dei popoli!
Antitesi – organizzazione comunista
Per una migliore comprensione dei recenti sviluppi in Siria, consigliamo anche la lettura dei seguenti articoli reperibili integralmente sul nostro sito:
Dalla “primavera di Damasco” al lungo inverno siriano. L’assedio esterno, l’opposizione interna e la guerra per procura. Da “Imperialismo e guerra”, Antitesi n.02
Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan e il confederalismo democratico. Da “Ideologia borghese e teoria del proletariato”, Antitesi n.02