Volantini e comunicati

29 – 30 NOVEMBRE MOBILITIAMOCI CONTRO SFRUTTAMENTO, REPRESSIONE E STATO DI GUERRA!

Novembre 2024


Due giornate di lotta che ci devono vedere in piazza mobilitati contro lo stato di guerra che, sul fronte interno come su quello esterno, vogliono imporci.

La legge di bilancio promossa dal governo Meloni è una finanziaria di guerra: tutela gli interessi bellici mentre fa cassa tagliando sui servizi sociali. Questa manovra si inserisce in un quadro segnato dall’aumento dell’inflazione (+17% in tre anni), da un Pil fermo e da export e produzione in continuo crollo mentre la cassa integrazione è in costante aumento. Il governo deve, quindi, ridurre ulteriormente i dipendenti pubblici, taglia -ancora una volta- le risorse per Regioni ed Enti locali e programma una nuova stoccata al Servizio sanitario nazionale. Non viene risparmiato neanche il settore dell’istruzione in quanto si prevedono tagli dell’organico di docenti e del personale Ata (tecnico, amministrativo e ausiliario) di migliaia di unità. I famosi tagli ai ministeri con cui si cerca di fare cassa (fatti passare come misure anti-sprechi e di efficientamento) si traducono in realtà in minori e peggiori servizi pubblici e, quindi, in maggiori spese per le masse popolari. Una manovra lacrime e sangue che impone ancora una volta sacrifici a chi ne ha già fatti fin troppi, mentre premia il settore bellico. Le spese militari, infatti, continuano a crescere vertiginosamente: oltre 2 miliardi in più, per un totale che sfiora i 32 miliardi di euro. Di questi, ben 13 saranno destinati alla produzione di nuovi armamenti. Chiara è quindi la volontà dell’esecutivo di portarci nel baratro del conflitto mondiale, dove i sacrifici si devono fare in nome della “sicurezza” e della “tutela” degli interessi economici del blocco imperialista a guida Usa, di cui l’Italia fa parte.

In questa spirale si inserisce anche il Ddl 1660, un nuovo decreto sicurezza contro chi osa ribellarsi. Nella prospettiva di imporci sempre più sacrifici per oliare la macchina bellica, la classe dominante deve pacificare con la forza il fronte interno. Nel settore automobilistico e metalmeccanico i padroni vogliono scaricare sui lavoratori il peso di una crisi industriale ed economica che la guerra ha solo aggravato. Negli stabilimenti del gruppo Stellantis, della Bystronic, dell’Electrolux, come in molti altri, gli operai sono mobilitati per opporsi alle politiche padronali; in questo scenario il governo Meloni si preoccupa soprattutto che la mobilitazione operaia non divenga generalizzata contro la crisi economica e la guerra imperialista. L’inasprimento delle pene contro i blocchi stradali e ferroviari, ad esempio, mira a colpire direttamente la forma di lotta più simbolica e incisiva dei lavoratori: i picchetti. Allo stesso modo, le pene più dure nei confronti di chi protesta contro le grandi opere o di chi è costretto a occupare una casa, come il reato di opinione e quello per rivolte in carcere o nei Cpr rivelano la strategia repressiva di chi vuole colpire direttamente coloro che decideranno di lottare per riprendersi il proprio futuro.

Lottiamo contro lo Stato di guerra, contro il nostro imperialismo, al fianco della Resistenza Palestinese.
Resistere per vincere!

Antitesi – organizzazione comunista