Quaderni

SIONISMO

COS’È E PERCHÉ COMBATTERLO

n. 01 – Maggio 2024


INDICE

Introduzione – p.6

Cenni storici sulla nascita del movimento sionista dalle origini alla Nakba – p.13

Il dibattito interno al mondo ebraico europeo sul sionismo – p.40

Ideologia sionista e ideologia nazionalsocialista – p.49

Obiettivi comuni e collaborazione concreta tra sionismo e regimi antisemiti – p.58

Il razzismo sionista – p.67

L’altra faccia di Israele: il razzismo interno dal punto di vista del diritto – p.72

Alcune leggi sioniste discriminatorie nei confronti dei palestinesi (dal 2009 al 2023) a cura dell’avv. Federico Lastaria – p.80

Un commento dell’Avv. Ugo Giannangeli sulla legislazione sionista – p.86

Il lavoro sotto occupazione – p.90

Sionismo e femminismo coloniale: intervista a Mjriam Abu Samra – p.98

Il sionismo non è un problema solo dei palestinesi – p.105

Il primo giorno di pace sarà l’ ultimo giorno del dominio sionista e imperialista – p.113

Bibliografia – p.124

INTRODUZIONE

Quando oltre dieci anni fa veniva pubblicato l’opuscolo “Sionismo, note su un’ideologia e una pratica razzista e colonialista” a cura dell’allora Collettivo Tazebao, all’interno dei movimenti a sostegno del popolo palestinese il termine “sionismo” era un tabù. Subendo l’influenza della propaganda sionista sul diritto di “Israele” di esistere, il sionismo veniva visto come un’ideologia sterile propria del popolo ebraico, al quale andava riconosciuta la possibilità di costituirsi in nazione, mentre l’antisionismo veniva in qualche modo visto come una proiezione dell’antisemitismo, finalizzata ad attaccare gli ebrei in quanto tali e non il progetto coloniale sionista. Questo dimostra come l’influenza ideologica della classe dominante può riuscire a mettere radici anche all’interno del movimento di solidarietà con la Palestina.
Oggi, dopo il 7 ottobre e l’eroica resistenza contro l’attacco sionista a Gaza, con il fallimento plateale delle politiche figlie degli accordi di Oslo e il totale isolamento del cane da guardia dell’entità sionista che è l’Anp, quelle radici si sono indebolite e il termine sionismo e soprattutto l’antisionismo sono diventati un patrimonio collettivo del movimento di solidarietà. Lo dimostrano gli slogan e gli striscioni che animano le manifestazioni per la Palestina e la sua Resistenza che anche in occasione del 25 aprile di quest’anno (2024) portavano in piazza il contenuto “antifascismo è antisionismo”.
Il tentativo di equiparare antisionismo e antisemitismo è un obiettivo che la nostra classe dirigente cerca di raggiungere da un bel po’ di tempo. Ricordiamo, infatti, che già nel 2010 il post fascista Gianfranco Fini, inaugurando la Giornata della Memoria, diceva che “l’antisemitismo va combattuto anche quando si traveste da antisionismo”. Fini, in quell’occasione, sdoganò l’istituzione del Gruppo di Indagine Conoscitiva sull’Antisemitismo, composto da ministri della Commissione Esteri e Affari Costituzionali e presieduto da Fiamma Nirenstein, parlamentare Pdl ultrasionista, una delle più grandi sostenitrici della politica militare sionista, nonché forte accusatrice delle forze e dei singoli che solidarizzano con la Palestina. Il principale obiettivo di questo gruppo è, infatti, verificare la possibilità di estendere la legge Mancino (legge contro i “crimini d’odio”) anche a coloro che criticano l’entità sionista, parificando l’antisemitismo con l’antisionismo. In questa maniera si vuole coprire e giustificare le azioni terroristiche sioniste, legittimando il genocidio in corso del popolo palestinese, accusando di razzismo chiunque denunci i crimini della politica sionista.
Le stesse parole verranno usate ripetutamente anche da Napolitano e poi da Mattarella nel 2020. Su questa scorta sono state costruite le Linee Guida sul contrasto dell’antisemitismo nella scuola, con l’aggiunta, quest’anno, del Ddl 1004, pubblicizzato da Matteo Salvini durante la Giornata della Memoria del 2024. Attraverso modifiche alle leggi di pubblica sicurezza sulle manifestazioni, la censura sui contenuti online e la costruzione di una banca dati centralizzata, il Ddl si propone di equiparare le critiche all’entità sionista, alla sua esistenza e al diritto del popolo ebraico di farsi uno Stato, all’odio razziale.
Il tentativo è chiaro. Da un lato mettere lo Stato sionista sotto una luce positiva, tentando di togliergli di dosso un po’ del sangue che sparge quotidianamente, con un opera di minuzioso revisionismo che investe anche la storia della Resistenza partigiana (vedi il caso della Brigata ebraica). Dall’altro si cerca di bloccare e criminalizzare tutti coloro che si muovono in solidarietà alla Palestina e alla sua Resistenza. Sarebbe sbagliato pensare che il Ddl 1004 sia una boutade del leader leghista. Da anni l’Italia, come gli altri paesi del blocco atlantista, cerca una via giudiziaria per mettere a tacere la solidarietà nei confronti del popolo palestinese. Tentativo perseguito anche con il processo agli antisionisti che avevano contestato la presenza delle bandiere dello Stato sionista all’interno del corteo del 25 aprile 2018 a Milano. Già nel 2015 venne proposta la legge 2043 che metteva sotto mirino le pratiche di BDS (boicottaggio, disinvestimento, sanzioni) che, da anni e con sempre maggior successo, stanno riuscendo a rompere l’acquiescenza delle università con l’entità sionista, in Italia e a livello internazionale. Nella stessa direzione si sono mosse anche le classi dirigenti in Francia (2015), in Germania (2019) e in ultimo in Gran Bretagna (2024), tutte nell’ottica di equiparare all’antisemitismo e all’odio razziale qualsiasi critica si muova contro i sionisti.

Quale obiettivo ha tale strategia politica?
Da sempre tutti i governi occidentali, ma non solo loro, difendono più o meno apertamente la politica dell’entità sionista e le sue operazioni militari. “Israele”, quale avamposto militare nel Medioriente a tutela degli interessi imperialisti, in particolare degli Stati Uniti, gode della totale impunità internazionale. Per le potenze imperialiste condannare la colonia sionista significherebbe condannare se stesse, questo perché gli interessi imperialisti e sionisti hanno sempre coinciso: accaparrarsi le risorse petrolifere ed energetiche del Medioriente e “pacificare” e dominare quella zona, a suon di massacri e distruzioni.
L’obiettivo delle classi dominanti, che accusano di antisemitismo coloro che denunciano i crimini sionisti e si battono per la libertà del popolo palestinese, è quello di porre “Israele” in una condizione di completa e costante “innocenza”, con uso ipocrita e strumentale l’olocausto fatto dai nazisti. Ma è anche quello di ricattare permanentemente il movimento di solidarietà per isolarlo e depotenziarlo, facendolo rientrare negli schemi del potere, avallando repressione e censura contro chi non si piega.
In particolare oggi, nella fase attuale di tendenza alla guerra imperialista, la difesa oltranzista dell’entità sionista e la criminalizzazione del movimento di solidarietà con la Palestina è funzionale a contrastare lo sviluppo di una mobilitazione contro la guerra nel nostro paese. Le strade piene di giovani italiani e soprattutto arabi, figli di immigrati di seconda e terza generazione, stanno costituendo la spina dorsale dell’opposizione alla guerra imperialista, con il grande merito di identificare chiaramente chi è il vero nemico dei popoli e delle classi oppresse e su quali forze politiche esso si regge. Si tratta di una crepa importante nella legittimità e nell’egemonia delle classe dominanti che noi comuniste e comunisti dobbiamo cercare di ampliare e trasformare in una breccia per lo sviluppo di un movimento rivoluzionario nel nostro paese.
È importante che la solidarietà al popolo e alla Resistenza palestinese si fortifichi del contenuto dell’antisionismo. Il sionismo non può essere visto e percepito come un problema della Palestina o al massimo del Medio Oriente. Il sionismo è la sovrastruttura ideologica di un colonialismo di insediamento tra i più feroci, è una forma di fascismo di questa epoca, e per questo è anche un nostro problema.
Con questo opuscolo vogliamo offrire a tutti coloro che hanno a cuore la lotta del popolo palestinese uno strumento che spiega le origini, gli sviluppi e la concezione politica del sionismo. Non è possibile sostenere realmente la Resistenza palestinese senza conoscere e attaccare la linea ideologica sionista. Questo è necessario soprattutto per smascherare le false accuse di antisemitismo e difendere nel nostro paese l’autonomia e la forza del movimento di classe contro la guerra imperialista e per la solidarietà alla Resistenza di tutti i popoli oppressi.
Rispetto alla prima pubblicazione, il Quaderno è stato rivisto, ampliato e arricchito di ulteriori contenuti. Contenuti che vanno dalla “sionistizzazione” della nostra società come riflesso dei rapporti tra la nostra borghesia imperialista e l’entità sionista, alle influenze ideologiche del sionismo all’interno del movimento femminile. Nelle parti di nuova pubblicazione abbiamo deciso di non utilizzare il termine “stato d’Israele”. La scelta è politica, ed è fatta sulla base delle indicazioni delle compagne e dei compagni della Resistenza palestinese. Può sembrare solo una questione di termini, invece è di sostanza. La pretesa statuale dell’entità sionista non va riconosciuta in alcun modo, per questo nel testo troverete o il nome tra virgolette, oppure con il suo vero nome: colonia sionista.