Imparare a difendersi
Opuscolo a cura del Collettivo Comunista Lunga Marcia
Milano, maggio 2023
Riedizione dell’omonimo opuscolo prodotto nel 2015 da Collettivo contro la repressione Padova, Collettivo Tazebao, Marzolo Occupata
INTRODUZIONE
“L’apparato statale, che comprende esercito, polizia e giustizia, è lo strumento con cui una classe ne opprime un’altra”
Mao Tse-Tung, La situazione e la nostra politica dopo la vittoria.
La guerra della Nato è tornata di casa in Europa (con l’Italia capofila tra paesi guerrafondai) e, come la storia ha mostrato, lo Stato dei padroni usa strumenti già forgiati per reprimere e attaccare preventivamente ed esemplarmente ogni forma di dissenso, con particolare attenzione a chi si pone su un piano rivoluzionario.
Attacca gli studenti, i sindacalisti, chi lotta per la casa, i lavoratori e chiunque si opponga al sistema dello sfruttamento e della guerra. Fa un uso massiccio delle misure preventive (sorveglianza speciale e Daspo) ed esegue arresti con l’accusa spropositata di reati associativi.
Questo mentre le masse popolari fanno conto con il carovita, bollette e prezzi alle stelle, stipendi da fame, chiusure di posti di lavoro e disoccupazione.
L’obiettivo è uno: annichilire con la loro legge – vedi DL No Rave – e con la loro violenza ogni espressione della lotta di classe. Hanno bisogno di pace sociale perché la guerra viene combattuta sia sul fronte esterno che su quello interno. E solo un fronte interno pacificato può permettere un impegno prolungato sul fronte esterno.
In questa situazione, pensiamo sia utile produrre un opuscolo aggiornato sul tema “imparare a difendersi”. Ci proponiamo di compiere un lavoro che raccolga una serie di materiali, esperienze concrete e riflessioni utili a definire una “linea di condotta” nel fronteggiare la repressione del nemico di classe.
Questo testo non vuole essere l’ennesimo manuale tecnico-pratico sulla repressione. Ma, ha l’obiettivo di saldare in sé l’aspetto tecnico informativo (che possa fornire dati necessari a conoscere gli organi della repressione e gli strumenti di cui si dota), con l’aspetto politico (di riflessione e di insegnamenti derivanti dalla pratica diretta), per costruire un modo collettivo di rapportarsi quando lo Stato ci attacca.
L’aspetto politico rappresenta il piano principale su cui si articola l’opuscolo.
Vogliamo cercare di trasmettere l’esperienza accumulata ed elaborata da compagni e compagne che negli ultimi anni sono stati colpiti da operazioni repressive. I reati che vengono trattati sono soprattutto quelli utilizzati per criminalizzare le comuni pratiche di lotta del movimento di classe o l’attività militante dei compagni. In particolare, abbiamo inserito anche una parte dedicata ai reati associativi, perché rappresentano l’attacco più alto verso l’organizzazione di classe e perché insegnano come affrontare ogni altro tipo di processo.
Abbiamo altresì valutato importante inserire un’appendice sul 41-bis, strumento dell’ordinamento penitenziario pensato per punire e da cui si esce solo collaborando, o dissociandosi. Questo strumento è utilizzato oggi per lanciare un monito a chiunque si ponga su un terreno rivoluzionario e che anche in carcere non rinuncia alla propria identità.
Riteniamo questo lavoro fondamentale perché, in questa situazione caratterizzata dall’escalation dell’autoritarismo (vedi gestione pandemia), dalla militarizzazione interna, dell’affinamento degli strumenti di controllo, dalla negazione degli spazi, e dalla repressione delle voci critiche, è fondamentale riprendersi la cultura del come comportarsi di fronte alla repressione dello Stato.
Non dobbiamo ogni volta pensare e agire, come se fosse la prima volta, come se si fosse gli unici o come se non vi fosse alcuna esperienza in merito. Così non è!
Il recupero della memoria storica e la pratica sviluppata da chi è venuto prima di noi, se ripreso attualizzato e socializzato, ci può aiutare nel comprendere e trattare positivamente le contraddizioni che emergono nei giovani colpiti per la prima volta dalla repressione.
Contrastare le logiche individualiste, mettere al centro la consapevolezza che se ci attaccano è perché stiamo lottando nella giusta direzione contro chi ci sfrutta e ci opprime, è la linea che ci deve guidare nell’affrontare ogni episodio repressivo. Seguendo questa via risulterà più chiaro che il piano da difendere è quello della lotta e che può essere difeso meglio in termini collettivi, garantendo così anche una miglior difesa individuale. E, soprattutto, crescerà la coscienza che se si difende la lotta ciò non potrà che rafforzarla.
Pensiamo, inoltre, che il dibattito si debba allargare non solo al “curare” la malattia infettiva della repressione che avvelena il corpo sociale per indebolirlo e smembrarlo, ma anche a capire come prevenirla. Va compreso come organizzarsi quando si lotta al fine di mettersi nelle condizioni di cercare di evitare gli attacchi repressivi.
Siamo anche convinti che una linea di condotta contro la repressione è conseguenza diretta della coscienza di classe che matura nell’organizzazione della lotta.
L’opuscolo è frutto dell’esperienza di alcuni compagni ed esperienze collettive accumulate che noi, come quelli prima di noi, intendiamo socializzare e arricchire attraverso la pratica, il dibattito e il confronto con altre realtà.
Non vuole essere un punto di arrivo, ma piuttosto un punto di partenza per rafforzare le lotte di cui siamo parte.
Collettivo Comunista Lunga Marcia
Milano, Maggio 2023
LEGGI E SCARICA