Plusvalore, Composizione organica, Struttura e sovrastruttura, Dialettica materialista, Economicismo, Socialismo
“Glossario” da Antitesi n.03 – pag.77
Plusvalore
Il plusvalore è il valore incorporato dal lavoro compiuto dall’operaio oltre quello che corrisponde al valore del suo salario. Si sintetizza nella formula Pv = L – V dove L è il valore del lavoro necessario alla realizzazione di un determinato prodotto e V è il valore del lavoro necessario alla riproduzione della forza lavoro (salario). La sua realizzazione e accumulazione rappresentano il fine e l’essenza del modo di produzione capitalista, sulla base della quale è ottenuto il profitto. Per aumentare il plusvalore il capitalista può operare in due direzioni: agendo sul plusvalore assoluto, ad esempio allungando la giornata lavorativa a parità di salario e aumentando quindi la quota di pluslavoro; oppure agendo sul plusvalore relativo, aumentando la produttività del lavoro cioè intensificando lo sfruttamento.
Composizione Organica
Per composizione organica si intende la proporzione tra capitale costante (valore dei mezzi di produzione) e capitale variabile (valore della forza lavoro). Questo valore misura il rapporto tra il valore dei macchinari e il numero dei lavoratori impiegati nel loro uso. Marx ha studiato questo valore per definire una delle leggi fondamentali del modo di produzione capitalistico: la caduta tendenziale del saggio di profitto. Ovvero, il capitalista è costretto dalla concorrenza ad aumentare progressivamente il valore del capitale complessivo, introducendo sempre nuovi macchinari e più efficienti, diminuendo il valore della forza lavoro impiegata e quindi l’unica fonte di profitto, ottenuto sulla base della produzione di plusvalore.
Struttura e sovrastruttura
La struttura economica è definita da Marx come l’insieme dei rapporti di produzione che corrispondono ad un determinato grado di sviluppo delle forze produttive materiali della società. In altri termini, ogni formazione economico-sociale ha una base oggettiva che la caratterizza come epoca storica e come modo di produzione, diverso in epoche storiche diverse. La struttura è l’elemento determinante, il fattore decisivo che imprime a una società il carattere generale di un modo di produzione: per esempio l’odierna società è contraddistinta da una struttura economica dominata dai rapporti di produzione capitalistici (basati sull’estrazione di plusvalore come mezzo di accumulazione capitalistica) e non potrebbe continuare a sussistere qualora questi rapporti sul piano della produzione verrebbero abbattuti e trasformati.
A cominciare dal periodo nella storia dell’umanità in cui la divisione sociale del lavoro ha assunto un’importanza rilevante e ha condotto alle prime divisioni in classi, sulla struttura, citando Marx, si «eleva una sovrastruttura giuridica e politica», e alla base reale “corrispondono forme determinate della coscienza sociale”. [1] La sovrastruttura è quindi in primo luogo tutto il complesso delle istituzioni, di cui la più importante è lo Stato. Citando Engels “Lo Stato ci si presenta come il primo potere ideologico sugli uomini”. [2]
In secondo luogo appartengono alla sovrastruttura tutte le manifestazioni culturali, artistiche, religiose, filosofiche, morali e in generale tutte le idee che gli uomini elaborano con la loro riflessione.
La sovrastrutture è dunque il riflesso mediato, cioè non meccanico, ma dialettico, dei rapporti reali che intervengono tra gli uomini nel momento della produzione materiale. Tra struttura e sovrastruttura si verifica un continuo processo di azione reciproca. A questo proposito, Marx, Engels, Lenin e Mao Tse Tung hanno più volte ribadito che il materialismo storico e dialettico non dev’essere interpretato come una concezione che privilegia in senso assoluto e schematicamente l’analisi economica della struttura, trascurando lo studio del ruolo che le istituzioni, la cultura, le ideologie e tutti i fenomeni sovrastrutturali possono esercitare, influenzando in modo talvolta decisivo il corso dello sviluppo storico.
Si veda anche l’articolo “Cosa intendiamo per controrivoluzione preventiva” in Antitesi numero 0 p. 54.
[1] K. Marx, Per la critica dell’economia politica, 1859, https://www.marxists.org/italiano/marx-engels/1859/criticaep/index.htm, 29/1/2017.
[2] F. Engels, Ludovico Feuerbach e il punto d’approdo della filosofia classica tedesca, 1886, scaricabile su http://www.filosofia.it/images/download/ebook/Engels_su_Feuerbach1888.pdf , p. 38.
Dialettica materialista
Secondo il movimento comunista, la realtà va concepita come un movimento di poli in contraddizione, che ne determinano l’incessante trasformazione. Ciò è valido per la natura come per la società umana. La materia che costituisce il reale si muove sulla base delle proprie contraddizioni intrinseche, senza interventi esterni divini o modelli precostituiti dall’uomo (idee).
Nella società, questo moto contraddittorio e incessante è dato dalla scontro tra le classi, in particolare tra la classe dominante e quella rivoluzionaria, nel cui scontro si decide il progresso storico, il mutare della società nel suo complesso, a partire dalla struttura (vedi sopra). La società attuale, dominata dalla borghesia imperialista, può essere rovesciata e trasformata solo dalla classe operaia, che riveste dunque il ruolo di classe rivoluzionaria per la sua collocazione oggettiva nel processo di produzione.
La dialettica materialista va intesa dunque sia come moto oggettivo della realtà nella sua contraddittorietà e sia come concezione del mondo che trae le conseguenze di tale movimento nell’elaborare un sapere scientifico. Tale sapere scientifico, a livello ideologico-politico, è costituito dal marxismo-leninismo-maoismo che rappresenta il più alto livello di conoscenza che la classe operaia ha acquisito delle leggi regolanti lo scontro tra le classi e la lotta per il potere e la trasformazione sociale.
“Anche la nostra pratica rivoluzionaria è una scienza, una scienza sociale o politica. Se non comprendiamo la dialettica, condurremo malamente i nostri affari, gli errori commessi nel corso della rivoluzione, sono errori di dialettica. Se comprendiamo la dialettica, ne ricaviamo grandi benefici: se indagheremo accuratamente sui movimenti condotti felicemente in porto, constateremo che essi hanno seguito le leggi della dialettica.”.
(Mao Tse Tung, Materialismo dialettico, 1937, in Opere di Mao Tse Tung in versione cd rom, 1997, vol. 5, p. 129)
Economicismo
Per economicismo si intende la tendenza a limitare gli obiettivi della classe operaia alla lotta economica. Essa è visibile nell’apologia del sindacalismo. L’economicismo è una concezione borghese che circoscrive lo sviluppo della coscienza della classe operaia a venditrice di forza – lavoro.
Socialismo
Il socialismo è il periodo storico della transizione dal capitalismo al comunismo; viene definito da Marx anche come fase inferiore della società comunista.
La proprietà collettiva dei mezzi di produzione e la dittatura del proletariato possono essere considerate come le principali e più generali caratteristiche che distinguono il socialismo da tutte le altre epoche storiche. Il socialismo non è una formazione economico sociale definita in sé essendo costituito, a livello strutturale e sovrastrutturale, dalla coesistenza contraddittoria di elementi di capitalismo che permangono e elementi di comunismo che avanzano.
Si vedano anche gli articoli delle sezioni uno (Per il rilancio del movimento comunista – parte prima – p.1) e tre (Dalla frammentazione della classe, all’unità del politico – p.18) di questo numero di Antitesi.